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Frontalieri, tutto quello che c’è da sapere in vista del 15 febbraio. Dalla tassa sulla salute alla Naspi

Frontalieri, si definiscono ulteriormente i dettagli del grande appuntamento del prossimo 15 febbraio a Varese. Innazitutto la riunone dell’assemblea pubblica internazionale contro la nuova tassa sulla salute si svolgerà sabato 15 febbraio alle 10 al cinema teatro Nuovo di viale dei mille a Varese.

“Prosegue l’accanimento nei confronti del lavoro frontaliero malgrado l’accordo unanime del Parlamento italiano avesse, dopo molti anni, determinato nuove regole condivise nel 2023”, scrive Giuseppe Augurusa (Cgil frontalieri).

L’introduzione nella finanziaria 2024 della famigerata tassa sulla salute sarà uno dei temi forti. La norma, le cui modalità applicative competono alle Regioni, rimasta inapplicata per tutto lo scorso anno per l’indisponibilità dei dati imponibili per lavoratori la cui posizione contributiva è in Svizzera “è stata ulteriormente peggiorata con la finanziaria 2025 che ha introdotto un’autocertificazione di fatto e raddoppiato il sistema sanzionatorio”, si elgge nel comunicato.

“La tassa, il cui obiettivo sarebbe quello di aumentare i salari del personale sanitario che lavora nelle aree di confine come forma di deterrenza alla migrazione oltre confine, oltre a costituire un pretestuoso contrasto d’interesse tra categorie di lavoratori, è un provvedimento chiaramente inefficace in relazione ai rapporti salariali tra i due paesi”, specifica .

Le organizzazioni sindacali italiane e svizzere (Cgil, Cisl, Uil, Unia, Ocst, Syna, Vpod Uss) “chiedono di fermare l’ingiusta tassa, ascoltando i frontalieri, le istituzioni territoriali, le stesse Regioni che hanno espresso opinioni articolate in merito. Chiediamo di fermare l’adozione di questa norma riservandosi, in caso contrario, di adire alla giustizia al fine di eccepire la questione di costituzionalità“.

Ma non si parlerà soloi di tassa sull salute. Verrà anche chiesta la piena applicazione della legge 83/23 che ha esteso i suoi effetti ai frontalieri italiani sui nove confini nazionali, rimasta tuttavia incompiuta, ad oltre un anno dalla sua adozione, in materia di miglioramento della disoccupazione (Naspi) e di utilizzo dei ristorni e del fondo perequativo a valere sui progetti socioeconomici dei territori.

Intanto le proteste dei lavoratori hanno portato alla convocazione delle organizzazioni sindacali al tavolo interministeriale (MILAV, MAECI, MEF), per il prossimo 24 febbraio, costituito al fine di definite, tra gli altri, uno statuto del lavoro frontaliero.

“Chiediamo l’individuazione di una soluzione sull’assegno unico universale (AUUF) che sblocchi dopo oltre due anni, tanto per i frontalieri in uscita dall’Italia l’impasse tra INPS e casse di compensazione previdenziali dei paesi confinanti che erogano assegni familiari integrativi all’estero, quanto per i frontalieri in ingresso in Italia, l’erogazione dello stesso (oggi garantito solo in relazione alla residenza nel nostro paese), superando la violazione del principio comunitario della parità di salario a parità di lavoro per il quale l’Italia è stata messa in procedura d’infrazione, proprio a seguito di un’iniziativa sindacale che ne contestava la legittimità”.

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