C’è un angolo di Como dove il tempo si è quasi dimenticato di correre. Un posto in cui si entra per comprare qualcosa al volo e si finisce per fare due chiacchiere facendosi consigliare le fragole più buone, dove un buongiorno vale più di una carta fedeltà.
È il Fruit Shop di viale Battisti, quello con le cassette della frutta proprio attaccate al passaggio a livello di viale Lecco, come una piccola perla rimasta intatta mentre tutto il resto intorno cambiava.
Tutto è cominciato nel 1981, quando Ambrogio Citterio, 78 anni portati con il piglio di un giovanotto, rileva il piccolo negozio in cui lavorava già da qualche anno: “Qui una volta c’erano le Librerie Paoline e, successivamente, un negozio di alimentari delle fattorie Cremaschi – racconta – lavoravo qui già da qualche anno come salumiere, ma avevo voglia di costruire qualcosa di mio quindi, quando si è presentata l’occasione di rilevare l’attività non mi sono tirato indietro”.
E qui, tra le cassette di frutta e il passaggio dei treni, Ambrogio ha messo radici e, insieme a sua moglie Nives Minghini, ha fatto crescere non solo la loro famiglia, ma anche il negozio, ingrandendolo e trasformandolo negli anni in un piccolo supermercato di quartiere, quello che lui con un sorriso e gli occhi che brillano definisce l’”Essecorta”: un luogo in cui trovare tutto quello che serve, senza la frenesia della grande distribuzione, una bottega in cui la spesa diventa una pausa piacevole, non una corsa al risparmio.
“In tutti questi anni, posso dire di aver servito quasi tutta Como, ma non nego che negli ultimi tempi le difficoltà sono aumentate – spiega – i supermercati, che una volta erano pochi, ora sono sempre più numerosi e sicuramente la mancanza di parcheggio non aiuta perché qui è davvero difficile fermarsi in macchina anche solo per ritirare un sacchetto”.
Dal loro negozio, Ambrogio e Nives hanno visto la città cambiare negli anni e, forse, perdere sempre più la sua anima, quella con i quartieri vivi, in cui ci si conosceva un po’ tutti e nella quale i clienti che erano nomi e storie. Loro, però, non sono cambiati mantenendo questo piccolo angolo un luogo in cui le parole hanno ancora un valore e alla cassa Nives ti chiede come hai passato le feste e come va a casa, non solo il Pin.
Nel 2004, poi, il testimone è passato a Luca, il figlio. Giovane, ma con dentro lo stesso spirito dei genitori, ha saputo tenere viva l’anima di questo negozio che continua a essere un punto di riferimento per i comaschi, nonostante i turisti che affollano il centro e le case vacanze che hanno sostituito le famiglie. Un piccolo mondo che resiste, e lo fa bene, tra cassette di verdura e frutta freschissime e quella gentilezza rara che oggi sembra quasi rivoluzionaria.
“Credo che il segreto sia semplicemente nella qualità dei prodotti che offriamo e nei prezzi, che cerchiamo di mantenere adeguati. Poi naturalmente c’è chi preferisce scegliere diversamente, ma i nostri clienti sanno cosa trovano da noi e tornano – racconta Luca – certo le difficoltà non mancano, in inverno si lavora al freddo e si fanno le consegne a domicilio con qualsiasi tempo e probabilmente il Fruit Shop si fermerà alla seconda generazione perché mia figlia, da poco diciottenne, per ora ha altri sogni per il suo futuro”.
Ma chi può dire cosa accadrà domani? Per ora, però, il Fruit Shop è lì, più vivo che mai, con l’energia di Ambrogio, il sorriso discreto di Nives (“il vero capo”, come la definisce affettuosamente il figlio) e lo sguardo rivolto al futuro di Luca.
Un luogo in cui entrare non solo perché i prodotti sono di una qualità eccezionale, ma perché è uno degli ultimi della città a non aver perso la sua anima. E finché ci sarà qualcuno che capirà la straordinaria bellezza di scegliere un cestino di fragole parlando del pranzo di Pasqua o della nonna che non sta tanto bene, quel piccolo angolo di viale Battisti continuerà a far battere il cuore di Como.