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A Como la casa che profuma di pane: il mondo va da Elena per il segreto della pasta madre

E può anche succedere che il souvenir da Como sia il pane fatto con le proprie mani. Succede a casa Saletta, dove Elena, anni perfetti per trasformare una passione in lavoro, accoglie turisti e appassionati di panificazione per insegnare loro come si fa a fare il pane, con il lievito madre.

Laureata in Linguaggi dei media, di professione Social media specialist, in realtà, una parte delle sue giornate la trascorre offrendo alle persone l’esperienza unica di imparare a fare “Il mio pane” perché, come dice lei: “Quando lo fai tu, ha tutto un altro sapore”.

Questa mattina, nella sua casa in centro città, sono arrivati due giovani americani in vacanza sul lago. Lei è un’ostetrica che, per scelta, i bambini preferisce farli nascere in casa. Lui è uno skipper che, per sfida, la sua barca l’ha costruita nel garage sotto casa. Oggi, nella cucina di Elena, con la stessa filosofia di vita, hanno deciso di imparare a fare in casa anche il pane.

Nel pomeriggio, invece, è approdata una ragazza, targata Apple, abituata, tutti i santi giorni, a mettere la testa nei sistemi operativi della multinazionale statunitense. Per una volta, invece, ha deciso di chiudere il computer e provare a mettere le mani in pasta. Si è sporcata le mani di farina e non le è sembrato vero di scoprire che, per una volta, il frutto del proprio lavoro era qualcosa che aveva un profumo, un sapore e si poteva persino toccare.

E per tutti succede la stessa cosa. Arrivano qui, si mettono il grembiule color bordeaux e iniziano l’avventura di creare, con pochi ed essenziali ingredienti,“ Il mio pane”.

“Qui sperimentano l’intero processo di lavorazione – racconta Elena – dalla scelta degli ingredienti base, al dosaggio, all’impasto, fino al complesso momento della lievitazione e, per finire, la cottura in forno”.

E l’elemento determinante, quello che fa la differenza, è il lievito madre, che Elena custodisce e tiene vivo ogni giorno.

Il suo l’ha avuto in dono da una amica, volontaria della Croce Rosa di San Fermo, alcuni anni fa e continua, grazie alle sue quotidiane cure, a rigenerarsi e a dare vita ad ogni impasto che nasce in questa casa.

“Il lievito madre, per antica tradizione, non si compra – afferma con convinzione – lo si riceve in dono e lo si regala. È così da sempre. Esattamente come avveniva un tempo, quando si tramandava di padre in figlio. Ogni lievito madre genera altro lievito madre, basta tenerlo vivo aggiungendo ogni giorno acqua e farina all’impasto del lievito, ed è solo l’incuria che può farlo morire”.

Anche oggi, sul tavolo della cucina ci sono soltanto acqua, farina, sale e lievito. Non serve altro per fare il pane, o meglio, in più serve soltanto saper dosare e amalgamare questi semplici ingredienti e poi avere la pazienza di aspettare.

“Sì, perché il buon pane non è figlio della fretta – spiega – ha i suoi tempi, le sue regole. Il bello è che si lavora su una materia viva e il risultato non è mai uguale. Ogni volta nasce un pane diverso, che è frutto della passione che ci mettiamo nel farlo”.

E in questa casa di Como, con terrazza vista lago, quest’anno sono passate più di cento persone, provenienti da tutto il mondo, tutte con la voglia di imparare a fare il pane e scoprirne la bontà. “Un’esperienza bellissima – dice Elena – ho conosciuto persone splendide, con le quali si è creato un legame che poi permane nel tempo, attraverso i social, anche quando non ci si vede più di persona”.

E, proprio grazie alla sua professione di social media specialist, sui suoi canali tematici le persone la seguono, interagiscono con lei e poi la contattano per partecipare ai suoi corsi.

“Non ho mai provato un pane più buono di quello che ho fatto io a casa tua. Grazie Elena”, ha scritto una ragazza inglese sul suo Blog dedicato, “www.ilmiopane.it”.

È vero, ma Elena è soprattutto convinta che “Per fare il pane buono, bisogna essere buoni”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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