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Accordo fiscale frontalieri e ristorni, dubbi e attacchi sul vertice ticinese “top secret” Di Maio-Cassis

Domani riaprono le frontiere svizzere, ma per un volta – sebbene con ragioni e obiettivi totalmente diversi – il confine non separa i “dubbi e le perplessità” sulla visita oltreconfine del ministro degli Esteri, Luigi di Maio, e precisamente al Canton Ticino, in programma martedì 16 giugno.

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Sul fronte italiano, ad andare all’attacco sulla missione “top secret” per commentare i contenuti misteriosi del vertice – è Azione Como, la costola lariana del partito di Carlo Calenda.

“Luigi Di Maio va in Svizzera, ma nessuno lo sa, o almeno in Italia: la notizia, già pubblicata su diversi media della Svizzera Italiana, è per lo più sconosciuta alla stampa italiana e come prevedibile, è stata accolta da molti lavoratori frontalieri con molta preoccupazione, viste le recenti indiscrezioni di possibili accordi fatti col favore delle tenebre”, sottolinea Azione in una nota.

Il riferimento, manco a dirlo, è alla famosa lettera firmata il 30 aprile scorso in gran segreto dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dall’ex presidente del Ticino, Christian Vitta, dove sostanzialmente si spalancava politicamente la strada ai famosi accordi del 2015 sulla nuova, doppia e più gravosa imposizione fiscale dei frontalieri e sui ristorni.

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Un documento svelato dal Pd e peraltro contestatissimo anche dalla stessa area politica di Fontana, in primis il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi (Forza Italia).

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Prosegue la nota di Azione Como: “La RSI, sul suo sito riporta che Di Maio incontrerà il suo omologo svizzero, Ignazio Cassis, il prossimo martedì in Svizzera, prima a Chiasso, dove avrà colloquio con il sindaco della cittadina confinante con Como, Bruno Arrigoni e poi la delegazione italiana (di cui non si sa nulla), si sposterà assieme a quella svizzera verso il museo Vela di Ligornetto per una conferenza stampa alle 12.15 Nella delegazione svizzera presente Norman Gobbi, Presidente di Stato del Canton Ticino, esponente delle Lega dei Ticinesi, formazione politica che spesso ha lanciato attacchi al limite della xenofobia verso i lavoratori italiani in Ticino”.

La Lega dei Ticinesi, in effetti, da tempo martella pesantemente per il blocco dei ristorni ai Comuni italiani e anche per la ratifica degli accordi sul sistema fiscale a carico dei frontalieri. Non è un caso che ancora oggi stesso, il leghista ticinesi Lorenzo Quadri abbia pestato forte sul tasto: “Sarebbe bello – ha scritto Quadri – se finalmente, dopo oltre 5 anni di prese per i fondelli, si cogliesse l’occasione per notificare alle autorità della vicina Repubblica che i ristorni NON verranno versati. Poiché all’incontro tra i due politicanti tricolore ci sarà anche il presidente del governicchio cantonale Norman Gobbi (anch’egli della Lega dei Ticinesi, ndr) non perdiamo del tutto le speranze…”.

Tornando alla nota del partito di Calenda, la conclusione avanza il dubbio che l’occasione dell’incontro Di Maio-Cassis, possa effettivamente servire anche per parlare della nuova fiscalità per i frontalieri: “Mentre scriviamo, sul sito del Ministero degli Esteri non è riportato nulla riguardo all’agenda dell’incontro: Azione Como è molto attenta all’evolversi della situazione. Nelle scorse settimane di Covid19, gli attacchi nei confronti dei lavoratori italiani nel Canton Ticino sono stati molto duri, con accuse immeritate di diffusione della pandemia e con nessuna presa di posizione di Regione Lombardia, la quale ha anche espresso la volontà di assecondare una bozza di accordo fiscale col Canton Ticino che rischia di penalizzare fortemente i frontalieri”.

Dubbi e perplessità che saranno sciolti soltanto nella conferenza stampa dei protagonisti fissata per martedì alle 12.15 a Ligornetto.

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