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Accordo fiscale frontalieri, svolta vicina. Cassis: “Obiettivo firma entro fine anno”

(Foto in copertina relativa all’incontro Cassis-Di Maio del 16 giugno scorso)

Sarebbe vicina a una svolta definitiva la questione che si trascina ormai da 5 anni relativa ai nuovi accordi tra Italia e Svizzera sui frontalieri che potrebbe investire anche il tema di una nuova tassazione degli stessi.

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A dare il segnale – dopo la bufera della scorsa primavera, che vedete nel link qui sopra – il consigliere federale e capo del Dipartimento federale degli affari esteri Ignazio Cassis che ne ha parlato oggi a margine di un incontro avvenuto a Bellinzona con il Consiglio di Stato ticinese e con una delegazione di quello dei Grigioni.

“L’obiettivo – ha detto Cassis – rimane quello di firmare l’accordo sui frontalieri entro la fine dell’anno”, riferendo anche di un recente incontro romano tra la segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali Daniela Stoffel e il governo italiano.

“Sembra che si sia potuto raggiungere un accordo di principio sulle modifiche necessarie da apportare al testo fermo da cinque anni, per poterlo finalmente ratificare – ha aggiungo Cassis – Sia la Confederazione che i cantoni sono molto prudenti a esprimersi, però si tratta di un passo concreto come non ne vedevamo da diverso tempo”.

Nessuna anticipazione sui contenuti dell’accordo, anche se Cassis ha escluso una rivoluzione radicale, affermando che non vi sarebbe “uno snaturamento rispetto al passato”.

Vale la pena ricordare che negli accordi parafati tra i due Stati nel 2015, si affermava che “per quanto riguarda l’imposizione, lo Stato in cui viene svolta l’attività lavorativa imporrà sul reddito da lavoro dipendente al 70 per cento al massimo dell’imposta risultante dall’applicazione delle imposte ordinarie sui redditi delle persone fisiche. Lo Stato di residenza applicherà le proprie imposte sui redditi delle persone fisiche ed eliminerà la doppia imposizione”.

QUI LA SINTESI DEGLI ACCORDI DEL 2015

Qualsiasi sia la versione del nuovo accordo, comunque, dovrà essere ratificato da governi e parlamenti.

 

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