Due giri di chiave e le porte si aprono sull’altro mondo, quello di idre e meduse, forzieri e dei primordiali. Il mondo che dalle colonne d’Ercole diceva: “Vuoi passare? Sei proprio sicuro?“. Il mondo delle mappe in pergamena, delle bussole e delle effemeridi, in cui codice binario e l’algoritmo non avevano ancora ucciso il mistero e le grazie dell’esplorazione.
Così al novello esploratore cresce la barba speziata di Marco Polo, spunta sulle spalle la cappa nera di Cristoforo Colombo mentre il suo cuore batte in codice morse il nome di Black Sam Bellamy, pirata, principe libero.
E’ un istante, non è stregoneria e succede probabilmente a pochi passi da casa vostra. Le colonne del Liceo Volta non custodiscono solo sapienza e le gemme in crescita di nuove menti. Le colonne del Volta si fanno d’Ercole, fondono mito e realtà, superano (estendono) il limite della conoscenza e portano il pioniere a passeggiare come niente fosse tra Atlantide e Avalon.
Insomma, apriamo un nuovo capitolo nel viaggio nella la città perduta che da qualche settimana trovate su queste pagine. L’antico Museo di Storia naturale (gigantesca gallery in fondo all’articolo) lo conosce chiunque abbia scorrazzato, giovinetto, per i corridoi del Regio.
E no, adorati miscredenti, niente di quanto i voltiani raccontano da generazioni è stato mai leggenda. Esiste, eccome se esiste, il mitico vitello a due teste:
E’ quasi carino, in effetti, se confrontato con un compagno di mandria aggrovigliato in due corpi sofferenti:
C’è il coccodrillo di quattro metri abbondanti:
E, sì, ci sono gli scheletri. Quello grande (storia vuole sia uno studente dei decenni bui, dove la disciplina ferrea era tutt’altro che uno scherzo e le regole ortodosse arrivavano a vietare il bagno nel lago agli studenti, questione di decoro). Eccolo, Mortimer:
Poi ci sono i fratelli più piccoli:
I serpentoni cattivissimi:
E i vampiri:
C’è anche quello che parrebbe essere un animale preistorico che sinceramente, non sappiamo identificare:
Un bestiario fuggito dalle pagine. Un tesoro naturalistico immenso, unico e sconosciuto. “Il mio più grande desiderio – racconta il nostro caronte, Angelo Valtorta preside del Liceo – è che questi gioielli tornino alla comunità”. L’appello è chiaro: “Spero che privati, o fondazioni si facciano avanti per sostenere la realizzazione di un museo didattico interattivo per studenti, cittadini e turisti. Siamo aperti a ogni tipo di proposta”. Il museo naturalistico Volta naturalmente non potrebbe essere ospitato nelle aule di via Cesare Cantù, pur rimanendo legato al liceo dovrebbe trovare spazi adeguati per valorizzare ogni singolo pezzo”.
PER APPROFONDIRE: COMO PERDUTA, TUTTI I RACCONTI
Il progetto tanto affascinante quanto ambizioso “e costoso – evidenzia Valtorta – un museo del genere dovrebbe avere percorsi interattivi, multimediali per avvicinare i giovani alle scienze e per offrire un esperienza complessiva ai turisti. E’ un peccato che questo patrimonio resti chiuso dietro una porta”. In effetti non merita una teca polverosa quanto potrebbe diventare una delle punte di diamante del patrimonio cittadino. Chiunque voglia fare proposte o approfondire può scriverci a: redazionecomozero@gmail.com
GALLERY (SFOGLIA CON FRECCE A SINISTRA E A DESTRA): GLI ANIMALI FANTASTICI
In questi giorni i due consiglieri comunali forzisti Luca Biondi e Elena Canova. “Durante un sopralluogo al Liceo – spiegano i due – abbiamo scoperto l’ala naturalistica. E’ molto presto per dire qualsiasi cosa ma ci siamo attivati con l’amministrazione per capire se possano essere trovati spazi adeguati e finanziamenti”