Una balena spiaggiata, di quelle che hanno perso l’orientamento e si arenano sulla prima battigia utile e non sanno più come fare a tornare in mare. E lì restano in una lenta agonia, perché nessuno di quelli che si affannano al loro capezzale sa cosa fare o combina solo guai.
Questa è la situazione, al limite dell’assurdo, dell’Asilo Sant’Elia, capolavoro tra i più importanti dell’architettura razionalista e attivissima scuola materna, che a due anni dalla sua improvvisa chiusura nel 2019 è ancora lì, simbolo immobile di una città sempre più impreparata a prendersi cura della bellezza che le è capitata in sorte.
Ora, però, una data di riapertura c’è ed è una doccia gelata: “entro gennaio 2023”.
A svelarla, una riga quasi nascosta nella relazione che il Responsabile Unico del Procedimento, l’architetto Alfredo Ballerini, ha predisposto a marzo in risposta a un’interrogazione presentata dal consigliere comunale Vittorio Nessi (Svolta Civica). “Condivise alcune ipotesi circa il restauro e adeguamento dell’Asilo Sant’Elia, nei primi giorni di marzo di quest’anno si è ipotizzato (…) di richiedere un incontro al Sovrintendente al fine di valutare la linea di azione da seguire – si legge nel documento – linea di azione finalizzata a consentire la riapertura dell’asilo entro gennaio 2023”.
ASILO SANT’ELIA: TUTTE LE CRONACHE DELLO SCANDALO
E intanto il Sant’Elia continua a giacere in uno stato di abbandono che stringe il cuore tra difficoltà oggettive, criticità sottovalutate (che hanno fatto raddoppiare i costi preventivati arrivando a 820mila euro), necessità di procedere a un restauro e un adeguamento complessivo dell’edificio ma anche oggettiva imperizia fin dai primi interventi che, tra scotch per rattoppare le tende e vetrate irrimediabilmente graffiate durante la verniciatura dei serramenti, hanno fatto urlare allo scandalo cittadini e architetti arrivando alla raccolta firme promossa dal pronipote del progettista, Attilio Terragni, con nomi come Stefano Boeri, Mario Botta e Vittorio Sgarbi.
“Un improprio approccio ad una lavorazione elementare”, viene definito nella relazione questo danno, che “ha suscitato un effetto mediatico significativo; effetto conseguente l’attenzione prestata da soggetti esterni alle attività programmate ed in corso di esecuzione”. Motivo per cui, si legge ancora, “il Responsabile Unico del Procedimento in questione e il Direttore Lavori (…) hanno convenuto di sospendere i lavori e definire modi e tempi esecutivi per addivenire ad una soluzione della criticità”.
In pratica, i lavori iniziati nell’agosto 2019 ed eseguiti in modo definito appunto “improprio” sono stati fermati perché qualcuno, passando di lì, ha segnalato questo scempio provocando una risonanza mediatica che ha indotto a sospenderli e a ridefinirne tempi e modalità.
Insomma, se l’Asilo Sant’Elia riaprirà a gennaio 2023 è tutta “colpa” degli umarell, sappiatelo.
Un commento
Che vergogna