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Il comune di Campione d’Italia vende beni per 22 milioni di franchi, nessuno li vuole. Aste deserte

Il Comune di Campione d’Italia riparte da zero. Le due aste fissate a gennaio per la vendita di beni immobili di proprietà del valore complessivo di 22 milioni e 550mila franchi sono andare deserte. L’obiettivo dell’amministrazione era ovviamente quello di poter ricavare dei fondi ma tutto è rinviato. Il primo lotto, le cui offerte dovevano essere presentate entro il 13 gennaio, prevedeva l’alienazioen di un singolo compendio del valore di 13 milioni 300mila franchi e riguardava un comparto immobiliare sulle rive del lago Ceresio, all’estremo nord della città e comprendente l’edificio della Fornace, i fabbricati del Bocciodromo, dell’autosilo comunale e della Casaccia ex stazione di partenza della funivia mai ultimata, oltre alle aree di pertinenza e quelle destinati a parcheggi e percorsi carrabili e pedonali. Offerte: nessuna.

Il secondo lotto prevedeva invece 4 beni differenti: Villa Mimosa, collocata nella città bassa a ridosso del centro storico lungo le rive del Ceresio, composta da un fabbricato principale a destinazione terziaria/residenziale, da un’autorimessa, un magazzino, nelle  immediate vicinanze della nuova casa da gioco. Importo a base d’asta 4milioni e 500mila franchi. Poi Villa Franchini le cui fondamenta risalgono agli anni ’50 a cui fece seguito un intervento di ristrutturazione totale negli anni ’70: valore 1milione e 100mila franchi. E ancora lo stabile comunale dell’ex Caserma della polizia Locale con destinazione terziario. Base d’asta: 2miloni e 400mila franchi e infine un terreno edificabile in via per Arogno da 4500 metri quadrati. Il valore stimato è di 1milone e 250mila franchi. Anche in questo caso nulla è stato ceduto.

Adesso dunque si cercherà di trovare dei soggetti interessati con la riapertura dei “termini per la presentazione delle offerte, fissando un nuovo termine con proroga di 30 giorni, alle condizioni già stabilite e contenute negli avvisi di gara e di mantenere inalterati i prezzi già posti a base d’asta, rinviando la possibilità di aderire alla trattativa privata allorquando si verificasse un ulteriore esito negativo del tentativo d’asta pubblica”. Dunque tutto rinviato a inizio marzo.

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