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Avis Como e Lombardia, è allarme: “Perdita di 2 milioni, usiamo i risparmi di un secolo”. Appello alla futura giunta

L’aumento dei costi sanitari e le tariffe troppo vecchie stabilite dalla Convenzione Stato Regioni del 2021 per il servizio, fanno scricchiolare l’intero sistema trasfusionale delle Avis lombarde. Un apparato vitale per la sanità che punta su numeri molto elevati ma ormai non più sostenibili.

Le cifre infatti indicano come le Avis sul territorio lombardo raccolgano, in convenzione con le Asst, il 40% (circa 200mila unità tra sangue e plasmaderivati) del sangue ed emoderivati con proprie strutture associative di raccolta. Il 90% del sangue in Regione (circa 460mila unità tra sangue e plasmaderivati), compreso quello raccolto direttamente dalle strutture ospedaliere, viene donato da donatori Avisini (circa 270mila donatori). E dunque cosa sta accadendo?

A spiegarlo è il presidente Avis Regionale Oscar Bianchi che lancia un appello alla politca, alla futura giunta di Regione Lombardia e ai tecnici: 

Le Avis del nostro territorio sono fortemente in difficoltà. Il sistema regionale associativo è in perdita di oltre 2 milioni di euro, una perdita coperta, fino ad oggi, dalle Avis Lombarde, che hanno utilizzato le loro risorse accantonate in 95 anni, risorse sottratte all’attività statutaria dell’associazione, e non destinate alla copertura dell’aumento dei costi sanitari, che sono esclusivamente di competenza del Sistema Pubblico.

Abbiamo lavorato in tutti questi mesi per addivenire a una soluzione con Regione Lombardia, ma, pur trovando apertura da parte della politica, abbiamo trovato uno scoglio al momento insormontabile, quello dell’ambito tecnico. Il coordinamento del sistema trasfusionale è infatti in capo a SCR/Areu, che ha lo scopo di gestire “Emergenza e Urgenza”. Il sistema sangue non è però emergenza e urgenza. È programmazione e pianificazione. Non possiamo essere considerati ‘fornitori’, bensì attori di pari livello delle ST ancorché accreditati e certificati. Dobbiamo muoverci dentro un sistema che risponda alla necessità quotidiana di cura delle persone attraverso il sangue ed emoderivati. Serve un cambiamento di rotta di carattere strutturale, facilmente attuabile, spostando la gestione del sangue dentro la Direzione Generale Welfare. Anche al fine di non doversi trovare nuovamente in una condizione come quella attuale, dove la parte tecnica rallenta l’obiettivo che è sì politico, ma soprattutto etico e a servizio del malato. Avis Regionale Lombardia chiede quindi un impegno, forte e determinato, al prossimo governo di Regione Lombardia, affinché, come primo atto, recepisca lo schema di Convenzione unico regionale rispondente alle istanze di Avis, in termini di riconoscimento delle spese sanitarie che generano la perdita nelle attività di raccolta associative, allineando così le attività associative a quelle gestite direttamente dagli ospedali. La sostenibilità dell’attività associativa che ricopre un ruolo di importanza primaria a livello regionale e nazionale, e la necessità di programmare il sistema trasfusionale, sono passi fondamentali che vanno a rimarcare la centralità della donazione a servizio del malato, che necessita di essere tutelata a ogni costo.”

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Un commento

  1. Sono donatore Avis da circa 40 anni, francamente non ho capito quali sono le spese cui deve far fronte l’Avis e nemmeno il perché sono aumentate rispetto a un “prima”.

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