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Il ministro Azzolina: “A settembre niente classi da 30. Didattica mista, metà a scuola e metà a distanza”

Non sarà un ritorno al passato tout-court il rientro a scuola di settembre. A dichiararlo il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nell’intervista rilasciata poco fa a Maria Latella per Sky.

Il ministro dapprima ha confermato che “a settembre si deve tornare a scuola, i nostri studenti hanno il diritto di tornare”.

Ma è escluso che le classi possano ripopolarsi come prima dell’emergenza.

“È evidente che non possiamo fare tornare i nostri studenti in classi da 28 o 30 persone”, ha rimarcato il ministro spiegando poi la forma di didattica mista a cui si pensa, con una metà degli studenti in classe e l’altra metà connessa online.

E ancora, testualmente: “L’idea è che metà studenti vadano in classe per metà settimana e l’altra metà sia collegata da casa a seguire quello che si fa in classe. Così la socialità resta e il programma va avanti per tutti. E quest’anno l’organico degli insegnanti aumenta, perché essendoci denatalità avremo un po’ meno alunni per classe”.

“Era un dovere proteggere la salute degli studenti e non solo – ha commentato rispetto a questi due mesi Azzolina – Abbiamo chiesto un sacrificio enorme agli studenti e alle famiglie, ma per uscire da questa situazione”.

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2 Commenti

  1. non sono io il ministro dell’istruzione e quindi non sono certo io ad avere risposte e progetti sensati per affrontare l’emergenza in corso ma da genitore ho una semplice domanda: i bambini, e con bambini intendo quelli piccoli, diciamo per intenderci minori di 12 anni ( e sono già stato generoso dato che qualche mese fa, chi si fosse azzardato a non accompagnare sino all’ingresso di scuola il proprio pargolo sarebbe stato additato come genitore snaturato…)con chi dovrebbe stare durante le giornate in cui dovrebbe seguire le lezioni on line? non tutti hanno la possibilità di avere un genitore a casa, chi perchè l’altro genitore guadagna già a sufficienza, chi perchè disoccupato o perchè può lavorare da casa… ed in più qui non si accenna nemmeno ai bambini più piccoli, delle scuole materne o peggio dei nidi. in questo caso cosa fare? certo qualcuno potrebbe dire ” hai voluto fare figlio adesso arrangiati” o peggio “la scuola non è certo un parcheggio” – ma questa categoria di individui, in quanto incapaci di comprendere le dinamiche della società che ci circonda, possono essere legittimamente trascurati… Il problema dunque rimane. Chi poteva fare affidamento sui nonni, credo che oggi difficilmente potrà tornare a farlo, per evitare di mettere a rischio quelli che vengono definiti i soggetti a rischio. Cercare una/un baby sitter? beh ci viene chiesto il distanziamento sociale, le attività economiche e sociali sono fortemente limiate e dovrei fare entrare in casa una persona sconosciuta e sperare non si tratti di soggetto asintomatico o peggio ? e questa persona con quale serenità dovrebbe entrare in casa mia che magari non ho mai smesso di lavorare in questi mesi? torno a ripetermi, non sono certo io che ho il compito di trovare soluzioni, ma quanto proposto sino ad ora pare davvero povera cosa.

  2. Ci voleva l’emergenza Covid19 per far comprendere alla scuola le straordinarie potenzialità che ha la formazione integrata tra lezioni in aula e a distanza (e-learning).
    E’ la dimostrazione che tutto non sarà come prima ma, se ci si mette impegno, anche meglio di prima.

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