Non a caso il Settimanale della diocesi di Como parla di “una vera e propria rivoluzione” che “sta per travolgere il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo in provincia di Como”.
QUI L’INCHIESTA DEL SETTIMANALE DELLA DIOCESI
I colleghi, sempre molto attenti alle questioni riguardanti le migrazioni, hanno studiato subito e con profonda attenzione (il lavoro certosino di analisi è firmato da Michele Luppi) i documenti pubblicati il 12 aprile sul sito della prefettura di Como (qui l’immensa mole di allegati).
In sostanza si tratta dei nuovi bandi per la gestione e il finanziamento dei richiedenti asilo sul territorio. Documenti che permetteranno l’avvio di nuovi contratti tra lo Stato e chi si occupa di gestire il fenomeno. A oggi sono quasi 1.600 i richiedenti nel comasco.
L’analisi dei documenti, spiegano dal settimanale, è deflagrante. Si legge:
“Come era ampiamente previsto, guardando ai capitolati del Ministero dell’interno (a cui le gare si ispirano), il sistema di accoglienza avviato sul territorio negli ultimi anni uscirà ampiamente stravolto. Una notizia su tutte: il centro di accoglienza di via Conciliazione, a Tavernola, presso la struttura dei Salesiani, è destinata a chiudere. Al momento non è possibile sapere i tempi ma la notizia, nell’aria già da tempo, è confermata – implicitamente – dagli stessi documenti della Prefettura”.
Perchè? E’ presto detto. Sono due le gare europee cui fa riferimento la documentazione, in ballo ci sono circa 25 milioni di euro spalmati su un biennio.
QUI IL BANDO INTEGRALE DELLA PREFETTURA
Una gara si riferisce alla necessità di trovare 1.465 posti nei centri di accoglienza “costituiti da singole unità abitative con capienza fino a 50 posti e con organizzazione dei servizi in rete (…) per cui è previsto un impegno finanziario di 22,8 milioni e un contributo di 18 euro al giorno per ogni ospite (cifra che arriva a circa 21,35 considerando i pocket money e il kit di ingresso)”.
Quindi un colpo d’ascia scientifico rispetto ai 34 euro previsti nella gara del 2017. Taglio che per gli operatori renderebbe insostenibile l’offerta del servizio, spiegano dal settimanale.
L’altra gara è riferita ai centri di accoglienza, sempre con capacità fino a cinquanta posti. A disposizione 2 milioni di euro per due anni. Il contributo per la singola persona è di 23 euro (più il pocket money).
QUI L’INCHIESTA DEL SETTIMANALE DELLA DIOCESI
Quindi la denuncia del Settimanale: “Non sono previsti bandi per strutture più grandi: questo significa che una realtà come il centro aperto al Salesianum di Tavernola difficilmente potrà partecipare al bando (a meno di offrire meno di cinquanta posti)”.
L’analisi del Settimanale è tanto tecnica quanto dura: “Ma se la chiusura del centro di Tavernola rappresenterà sicuramente l’elemento più visibile del cambiamento in atto, a scavare più a fondo emerge come le vere vittime, di questo cambio di marcia, saranno anche e soprattutto le realtà che, in questi anni, hanno maggiormente lavorato per l’integrazione sul territorio dei richiedenti asilo, puntando su un’accoglienza diffusa e su servizi di qualità”.
La scadenza per partecipare è segnata al 17 maggio. Buste aperte il 20 e il 22.
Un commento
e certo, se chiudono il mega centro di Tavernola la “realtà” ne va a soffrire. Peccato, sono finiti i tempi d’oro e bisogna tornare a fare quello che facevano prima dell’arrivo della manna dei migranti. Queste vittime del nuovo e minor redditizio sistema di accoglienza , oggi si vantano dell’operato di integrazione dei loro ospiti svolto con grande risultato.
possibile avere un piccolo elenco delle attività di integrazione svolte negli anni e con che risultati, ovvero quanti residenti hanno abbandonato il regime dell’assistenzialismo (a 34 euro/die) per entrare nel mondo del lavoro integrandosi con la città ? .