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Bellagio, chiuso un angolo del cuore: giù la serranda su 60 anni di storia. Enrico e Savina: “Grazie a tutti”

Dopo quasi 60 anni la Macelleria Butti di Bellagio chiude i battenti. Domenica 12 novembre Enrico Butti e la moglie Savina Gandola hanno salutato commossi i propri clienti: “Ringraziamo tutti di cuore – commentano – Ci dispiace per coloro che nel borgo rimarranno senza un punto di riferimento. Negli anni si era instaurato un rapporto di amicizia: portavamo la spesa a casa, ci fermavamo a fare due chiacchere. Ci mancherete tutti”.

Il negozio di via Garibaldi venne aperto nel 1964 da Antonio, papà di Enrico, e con il passare dei decenni divenne un punto di riferimento per il paese di Bellagio: “Fino alle fine degli anni ’70 macellava direttamente lui nel retro – racconta l’ormai ex gestore – poi con le nuove normative ha dovuto affidarsi a una società esterna”. Nel 1991 Antonio si spegne e la gestione del negozio passa ad Enrico, aiutato dalla moglie Savina, dalla sorella Annarita e da mamma Adele. La Macelleria Butti è ormai un patrimonio storico del borgo e ha visto la sua incredibile evoluzione negli ultimi anni: “Nel corso del tempo ci siamo adeguati ai cambiamenti – racconta Enrico – i residenti sono diminuiti e oggi sono rimaste poche persone. Mi dispiace lasciare il negozio, soprattutto per i più anziani. Eravamo uno dei pochi servizi rimasti in paese”.

Ma la scelta di abbondonare l’attività è stata praticamente obbligata: “Lo scorso anno ho avuto un problema di salute ho sono stato 15 giorni in ospedale – spiega Enrico – Il tutto è stato causato probabilmente dallo stress. Da lì ho certato di rallentare la mia attività. Infine è arrivata la ciliegina sulla torta: durante il rinnovo del contratto quest’anno ci hanno chiesto una cifra improponibile per noi. Avremmo rischiato di lavorare gratis”.

Un altro fattore che ha contribuito nella scelta è stato il forte cambiamento di Bellagio dall’inizio dell’era turismo di massa: “Negli anni ci siamo salvati con i turisti, ma il paese si è ristretto sempre di più, facendo scappare i residenti – sottolinea –. Dalla fine della pandemia è stato un delirio: siamo stati praticamente invasi. A volte capita di far fatica a camminare per la strada”. E da qui la scelta: “Un mix di fattori che ci ha aperto gli occhi: sono cambiate troppe cose. Le poche attività che si sono salvate sono di proprietà oppure hanno dovuto trasformarsi. Ma il nostro negozio è piccolo, non potevamo fare molto di più”. Ora, dopo una vita intera di lavoro e sacrificio, la famiglia Butti potrà godersi una serena e meritata pensione.

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