Una deroga riguardante Coregone Lavarello, Trota Fario e Iridea e Salmerino alpino alla direttiva ministeriale che prevede lo stop all’immissione nelle acque regionali lombarde di diverse specie considerate alloctone, ma che di fatto sono presenti da oltre un secolo in Lombardia e rappresentano un elemento fondante della pesca lombarda.
È quanto chiede la Regione Lombardia. Oggi l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi, il sottosegretario Fabrizio Turba e il consigliere Gigliola Spelzini hanno incontrato i pescatori professionisti e sportivi del Lago di Como a Bellagio, dopo aver visitato l’incubatoio Fiumelatte.
“Stop all’ambientalismo ideologico. La Regione – ha dichiarato Rolfi – ha effettuato uno studio scientifico e storico: il lavarello è presente a Como da oltre un secolo, considerarlo alloctono è fuori da ogni logica. Questa specie genera un indotto economico sul Lario di circa 10 milioni di euro, la Regione ha fatto chiesto una deroga al ministro Cingolani e contiamo, a nome degli oltre 8.000 pescatori di Como e Lecco, di avere risposta positiva a breve. In caso contrario procederemo in maniera autonoma”. L’assessore ha poi reso noti i dati relativi alle nuove abilitazioni per i pescatori di professione.
“La scorsa settimana a Bellano – ha aggiunto l’assessore – ci sono stati gli esami finali organizzati da AFCP Insubria: 19 aspiranti pescatori hanno superato l’esame e ottenuto l’abilitazione ad esercitare la pesca professionale. La quasi totalità dei nuovi pescatori risiede in questo territorio e ha intenzione di operare nei laghi del bacino 5: Verbano, Lario, lago di Varese. La presenza di molti giovani conferma che il mestiere del pescatore è ancora in grado di esercitare una certa attrattiva nei confronti delle nuove generazioni”.
Nel Lario operano circa 70 pescatori professionisti. Nel 2020 si sono registrati i quantitativi più bassi degli ultimi 25 anni, ma l’attività di pesca ha risentito molto delle restrizioni anti-Covid che hanno ridotto la richiesta del mercato. L’aumento delle catture di coregoni è tuttavia significativo. C’è stata una chiara inversione di tendenza che lascia ben sperare per il futuro. I coregoni tornano a essere la specie più pescata in assoluto.omo e Lecco, di avere risposta positiva a breve. In caso contrario procederemo in maniera autonoma”. L’assessore ha poi reso noti i dati relativi alle nuove abilitazioni per i pescatori di professione.