In passato accadeva di rado. Quando il cambio non era particolarmente favorevole o quando si verificavano particolari condizioni – e grazie anche alla carta sconto benzina attiva – rifornirsi di carburante era più convenite in Italia.
Progressivamente questa situazione si è ripetuta sempre più spesso e oggi – come testimoniato anche altre volte – la differenza di prezzo della benzina tra Svizzera e Italia è sempre più netta: fare il pieno in Italia può far risparmiare anche fino a 30 franchi per un serbatoio da 50 litri. Divari ancor maggiori in autostrada.
E le stazioni di servizio ticinesi sono sempre più in crisi e si valutano ristrutturazioni importanti e anche chiusure.
Secondo Boris Martinoni, portavoce dell’Associazione ticinese Stazioni di servizio – intervistato dalla RSI – il problema è duplice: da un lato il tasso di cambio sfavorevole, dall’altro le accise svizzere, che rappresentano circa due terzi del prezzo finale. “Non abbiamo alcun vantaggio competitivo. Con il tasso di cambio attuale e l’euro così debole, conviene di più andare in Italia a fare benzina. Se i frontalieri smettono di venire in Ticino, siamo davvero al limite: si rischia addirittura che siano i ticinesi stessi a preferire fare rifornimento oltreconfine”.
E il preoccupa. Martinoni non esclude la chiusura di alcune stazioni di servizio ticinesi, soprattutto quelle con personale e negozi annessi. “Il rischio è la perdita di posti di lavoro.” In Italia, invece, si guarda con più serenità grazie alla “carta sconto benzina”, un meccanismo che può essere riattivato rapidamente in caso di necessità.
Perché dunque non introdurre una carta sconto anche in Ticino? “Potrebbe aiutare – conclude Martinoni – sia economicamente che moralmente, soprattutto per i piccoli imprenditori che cercano di resistere in un periodo così difficile.”