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Blocchi alle consegne dei supermercati lombardi da 9 miliardi di fatturato: oltre 700 posti in bilico

Nonostante un incontro di quattro ore in Prefettura a Milano, resta bloccata la trattativa sulla vertenza che riguarda i lavoratori della logistica che consegnano la spesa per Esselunga, colosso della grande distribuzione che fattura 9,4 miliardi di euro. I sindacati Filt Cgil, Filt Cisl e Uiltrasporti hanno dichiarato che l’incontro si è concluso senza alcun risultato positivo. All’origine di tutto, lo sciopero dei lavoratori della logistica delle società Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery, che si occupano della consegna della spesa di grandi aziende della grande distribuzione organizzata proprio come Esselunga. Al proposito, i sindacati hanno denunciato Secondo i sindacati si sono verificati presunti “comportamenti aziendali discriminatori e pratiche e gestionale arbitrarie: persone messe a riposo senza alcuna giustificazione operativa, mentre ad altre è richiesto di lavorare in regime straordinario, ben oltre il normale orario. A ciò si aggiungono pressioni indebite sul personale affinché sostituiscano chi si rifiuta di lavorare con mezzi sovraccarichi, in evidente violazione delle norme sulla sicurezza”.

Da queste ragioni sono nati diversi blocchi ai cancelli dei centri distributivi eCommerce di Esselunga nell’area di Milano, determinando grossi problemi nelle consegne degli ordini.

Ieri, nel già citato incontro in Prefettura, rappresentanti dei lavoratori hanno espresso forte delusione, sottolineando la “totale mancanza di proposte concrete” da parte delle aziende della logistica coinvolte. “Le nostre richieste erano ragionevoli e rispettose delle norme, ma le aziende non hanno mostrato alcuna apertura”, hanno comunicato i sindacati.

Secondo le sigle sindacali, la situazione conferma le loro denunce: i lavoratori continuano a operare in condizioni difficili, segnalando problemi ormai insostenibili, mentre le aziende rimangono in silenzio. Esselunga, dal canto suo, viene accusata di voler “scaricare la responsabilità” e di aver minacciato la cassa integrazione per oltre 700 dipendenti dei centri logistici coinvolti. Un atteggiamento definito “inaccettabile” dai sindacati, che lo interpretano come un tentativo di trasformare una protesta legittima in un pretesto.

Durante i giorni di agitazione, Esselunga aveva espresso preoccupazione per i disagi causati ai clienti, in particolare in vista delle festività pasquali, e per il deterioramento di molti prodotti freschi. L’azienda aveva avvertito che, in mancanza di una rapida cessazione dello sciopero e di una ripresa del dialogo, avrebbe valutato il ricorso alla cassa integrazione per circa 750 persone.

Tuttavia, i sindacati hanno annunciato che lo sciopero proseguirà a oltranza. “Le nostre richieste sono chiare: più sicurezza, più tutele, rispetto e dignità per chi ogni giorno consegna la spesa a migliaia di persone”, hanno ribadito. Un nuovo appello è stato rivolto alle aziende e a Esselunga: “È il momento di assumersi le proprie responsabilità e trovare delle soluzioni. Le risposte ci sono, serve solo la volontà di ascoltare e rispettare i lavoratori”.

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