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Bocciofila e Associazioni d’Arma sfrattate: “Non possiamo lasciare la città murata”. Lunedì vertice dal prefetto che chiama anche Rapinese e Bongiasca

“Non è un paese per vecchi” ha scritto in una sua bella poesia William Butler Yeats, frase diventata poi il titolo di un film dei fratelli Coen. Non può non toccare il cuore l’atmosfera che si vive ascoltando i partecipanti all’assemblea organizzata dalla Bocciofila di via Balestra ed estesa a tutte le associazioni d’Arma (quindici quelle censite sul territorio). Per tutta la città si tratta di una bella sfida.

Il problema è noto, per fare spazio al cantiere dell’ex chiesa delle Orfanelle, luogo che ospiterà la futura mostra delle monete d’oro, la Bocciofila ha ricevuto lo sfratto dal Comune di Como (qui tutte le cronache). Doveva lasciare i locali entro il 31 agosto, ma l’associazione prova a resistere, giorno dopo giorno. Sarà che lì per i comaschi è sempre stata l’ex Combattenti, dove c’era fino a pochi anni fa anche una buona trattoria, ma lo spirito battagliero a queste quindici persone, quasi tutte con i capelli grigi, certo non manca.

Nella tavola rotonda allestita in giardino del resto ci sono personaggi che la storia di Como e dei suoi quartieri negli ultimi quarant’anni, l’hanno ampiamente scritta. C’è Paolo Frisoni, che da assessore inventò perfino il “girone” viabilistico di Como negli anni Ottanta, per tornare in giunta con Mario Lucini, oggi rappresenta l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra quale presidente provinciale, c’è Pia Pullici, di Thais, già in Consiglio comunale e con una lunghissima esperienza nel terzo settore con i disabili, il cavaliere Pietro Sanfelice, presidente provinciale nonché consigliere nazionale dell’Associazione del Fante e Tolmino Franzoso, storica anima di Tavernola. Introduce i lavori, se così possiamo dire, il vicepresidente della Bocciofila, Renato Fumagalli, che ha convocato tutte le associazioni.

“Siamo qui uniti perché vogliamo salvare il salvabile – dice – l’amministrazione non può cancellare la storia, mandarci via perché siamo anziani e non serviamo più”. “Il sindaco ha fatto così anche con i miei disabili in via Del Dos” tuona subito Pia Pullici, mentre Frisoni cerca di smorzare i toni. Toni che si smorzano subito, perché tutte le associazioni vogliono prima di tutto trovare una soluzione a una questione che è partita da lontano, ovvero l’esigenza di locali sicuri e isolati (come la chiesa delle Orfanelle) per ospitare una mostra che dovrebbe dare lustro alla città. Per questo lunedì alle 12 è stato fissato un incontro in prefettura dal prefetto Andrea Polichetti che ha già convocato il sindaco di Como, Alessandro Rapinese e invitato anche il presidente della Provincia, Fiorenzo Bongiasca.

L’avvocato Alessandro Pedrali, presidente dell’Unuci, Unione nazionale ufficiali in congedo e del Comitato comasco delle Associazioni d’Arma farà parte della delegazione che andrà in Prefettura insieme con Renato Fumagalli, Pietro Sanfelice e un altro avvocato, Niccolò Figundio (il più giovane dell’assemblea) segretario dell’Associazione nazionale Volontari di Guerra. “Le monete potevano essere esposte al primo piano ad esempio, sarebbe anche stato più sicuro e nessuno avrebbe dovuto essere sfrattato. La Bocciofila – dice Pedrali – dopo 75 anni ha ricevuto l’ordine di sgomberare dal Comune, ma da un’amministrazione e da un sindaco ci si aspettano anche delle soluzioni. Lo stesso vale anche per tutte le nostre associazioni presenti qui da un secolo. Nel 2008 dopo la ristrutturazione delle Orfanelle ci sono stati consegnati i locali dicendo che sarebbe stata per sempre la nostra casa. Vennero investiti, ricordo, 851mila euro per i lavori. Ora se ne investono 500mila per mandare via tutti e poi 5 milioni per 30 monete. Se 30 monete valgono così tanto, credo che le persone delle nostre associazioni valgano di più”. Tutti vorrebbero che la questione venisse affrontata anche nel corso di un’assemblea pubblica. “Manca completamente il dialogo, nessuno risponde alle nostre mail. E’ giusto che la città sia informata di come sta per essere trasformata questa area” dice ancora Pedrali.

“Non possiamo lasciare la città murata – dice Pietro Sanfelice – siamo anziani, facciamo fatica a spostarci se non a piedi o in autobus. Dobbiamo stare qui perché rappresentiamo la memoria storica di Como. Credo che il sindaco lo possa capire”.
Per qualcuno una soluzione potrebbe essere l’ex Caserma De Cristoforis, oggetto di un progetto da parte dello Stato per il trasferimento degli uffici pubblici. “Dicono che i locali della Bocciofila sono fatiscenti, che vengono in pochi a giocare – dice Fumagalli – ma perché non investire allora nella sua riqualificazione, con i campi in ordine noi faremo corsi per i giovani e i disabili”. “Sono pronta a portare a giocare tanti amici disabili” interviene Pia Pullici. “Speriamo di avere risposte lunedì. Il sindaco deve ascoltare la città – dice ancora Fumagalli – noi intanto andiamo avanti con il nostro presidio. Martedì prossimo faremo giocare tutte le donne a bocce. Non possiamo abbandonare questo posto”.

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3 Commenti

  1. Anche perché..onestamente..tolti loro..cosa diventerebbe? L’ennesima proprietà non sfruttata è lasciata decadere? (A Como..chiunque basta che osservi le facciate le finestre e le tapparelle di Palazzo Cernezzi sede comunale e già capisce come funzionano gli stabili gestiti dal comune)

  2. Via Del Dos era pericolante, non buttiamo la cosa in politica. Quello che appare disdicevole è che se si vuole ottenere qualcosa bisogna opporsi alla legittimità.

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