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Bomber, idolo e ora sindaco: “Il nuovo stadio del Como? Il modo per recuperare i 6 metri in altezza c’è. Ecco come”

Oggi molti lo conoscono nella veste politica, da sindaco di Menaggio. Ma Michele Spaggiari, classe 1981, ha trascorso oltre 2 decenni di vita – fino al 2018 – a infiammare le tribune del calcio tra Lago di Como, Brianza e Valtellina, da bomber di razza e pressoché sempre idolo dei sostenitori della varie squadre in cui ha militato.

Cresciuto nella squadra del paese che ora guida da primo cittadino, Spaggiari ha poi giocato a Maslianico e Cantù San Paolo, firmando la storica promozione in serie D categoria in cui poi ha giocato anche a Sondrio (primo capitano non valtellinese, il che dà l’idea). Inutile dire che, ancora oggi – pur appese le scarpe ‘ufficiali’ al chiodo – il sindaco di Menaggio calca ancora per passione il rettangolo verde (anche) con la Nazionale sindaci.

Tutto questo preambolo per dire che il suo parere sul futuro dello Stadio Sinigaglia arriva da qualcuno che il mondo del pallone lo conosce.

“Il problema non sono i milioni di euro in più per la concessione annuale da portare a 99 anni rispetto agli attuali 40 – ha commentato oggi, riferendosi al progetto del Como 1907 per il nuovo Sinigaglia – oppure le opere da realizzare a contorno dell’opera. Per chi ha speso 110 milioni di euro in otto giorni di calciomercato il problema non sussiste e se servirà “sborsare” di più lo faranno”.
Secondo il sindaco di Menaggio, “la questione si gioca sulle dimensioni” del futuro stadio.

E qui arriva la sua opinione: “Sbaglierò, ma per me l’unico modo per fare stare in piedi il discorso è recuperare i 6 metri tagliati in altezza (riferimento alla richiesta della Soprintendenza di scendere da 22 metri a 16, ndr) abbassando il livello del terreno di gioco. Vorrà dire un campionato via da Como, ma penso che il gioco valga la candela per la città, per il Como e per i tifosi. Diversamente, la vedo dura”.

“Non è questione di garantire la vista lago a qualcuno ma di inserimento paesaggistico nel tessuto urbano – ha aggiunto Spaggiari che nemmeno prende in considerazione di spostare altrove l’impianto – I palazzi sulle vie intorno non sono fatiscenti, fatiscenti lo sono stadio e palazzine annesse. Purtroppo o per fortuna (per fortuna direi) bisogna tenere conto dell’interesse pubblico e visto l’atteggiamento della Società in questi anni è una cosa cui tengono anche loro (oltre a essere un obbligo di legge)”.

“Se questa diventa (e lo è già diventata) una guerra tra tifosi e il resto del mondo è sbagliato e crescerà sempre più il gruppo dei contrari – prosegue il sindaco di Menaggio – Scavare non è un problema – rimarca riferendosi all’obiezione sulle difficoltà tecniche a scavare sotto il Sinigaglia, per la presenza del lago – per isolare dall’acqua ci sono le tecnologie per farlo. Tra l’altro, sempre secondo me, sotto i vari settori potresti fare tutti i servizi, per esempio a uso dell’hotel come lavanderia, cucine, palestra, SPA, parcheggi) che ti consentono di recuperare volumi più “spendibili” fuori terra”.

Secondo il sindaco “purtroppo o per fortuna qualsiasi area pubblica appartiene a tutti, non solo a chi frequenta lo stadio ma anche a chi vive a Camerlata o Lora e non segue il calcio, ma ha diritto che un pezzo della sua città venga dato in concessione ad un valore congruo, a beneficio della collettività e costruendo qualcosa che si integri al resto per quanto riguarda volumi, linee architettoniche ecc… Sono a favore dello stadio, va fatto lì, ma se diventa una battaglia si perde…”.

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