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Brutto colpo per la Lombardia: mentre nasce lo stabilimento da 90 milioni, la multinazionale vende tutto

Dopo quasi trent’anni di gestione, il colosso svizzero Nestlé si prepara a cedere lo scettro di San Pellegrino. L’annuncio, circolato nelle scorse ore, segna una svolta storica per uno dei marchi più prestigiosi della divisione acque minerali, vero e proprio ambasciatore dell’eccellenza italiana nel mondo.

Nestlé Waters: un’operazione da 5 miliardi

L’operazione coinvolge l’intero perimetro di Nestlé Waters, che oltre alla “stella rossa” di San Pellegrino Terme include nomi storici come Acqua Panna e la francese Perrier. La valutazione complessiva si aggira intorno ai 5 miliardi di euro, una cifra giustificata dalla solidità finanziaria dei marchi italiani.

I numeri della crescita nel 2025

Nonostante la decisione di vendere, i dati economici confermano il valore degli asset italiani:

  • Ricavi solidi: Tra gennaio e settembre 2025, la divisione ha generato circa 3 miliardi di euro.

  • Performance premium: Mentre marchi come Perrier risentono di difficoltà produttive, Sanpellegrino e Acqua Panna hanno registrato una “crescita solida”, guadagnando ulteriori quote di mercato a livello internazionale.

Chi comprerà Sanpellegrino? I favoriti

L’asta ufficiale, attesa per l’inizio del 2026, vede già in pole position diversi attori della finanza internazionale. In prima fila ci sarebbe il fondo francese PAI Partners, già legato a Nestlé da precedenti partnership industriali. Tuttavia, non mancano i pretendenti americani: colossi come CD&R e One Rock Capital (che ha già rilevato le attività nordamericane del gruppo nel 2021) osservano con estremo interesse il dossier bergamasco.

Il futuro della Val Brembana: tra investimenti e identità

Il passaggio di proprietà avviene in un momento cruciale per il territorio. Sanpellegrino è nel pieno di un massiccio piano di investimenti che sta ridisegnando il volto del paese e l’efficienza delle risorse idriche:

  1. Sorgente Nossana: Un investimento di 11 milioni di euro per un nuovo impianto all’avanguardia che sarà donato a Uniacque per il beneficio della collettività.

  2. Flagship Factory: Prosegue il cantiere da 90 milioni di euro per il nuovo stabilimento ideato dall’archistar danese Bjarke Ingels (studio BIG).

La Flagship Factory: la fabbrica del futuro

La conclusione dei lavori della nuova fabbrica è prevista per il 2026. Il progetto si fonda su un’architettura di archi che si fondono con il paesaggio alpino e il fiume Brembo.

“Come un equivalente acquatico di una cantina, gli archi ripetuti creano il quadro narrativo per la purezza e la chiarezza dell’acqua minerale”, spiegava Bjarke Ingels alla presentazione del progetto.

Attualmente, i lavori procedono a pieno ritmo nella parte nord dello stabilimento, mentre il nuovo sistema di parcheggi in località Pregalleno è già operativo, garantendo la continuità logistica durante le fasi finali del cantiere.

Un addio che preoccupa il territorio

La vendita solleva interrogativi sull’impatto sociale. Nestlé ha operato con logiche industriali di lungo periodo, mentre l’ingresso di fondi d’investimento potrebbe spostare l’attenzione su una visione più finanziaria. Per la comunità di San Pellegrino, che da oltre un secolo si identifica nel brand, il cambio di proprietà rappresenta una sfida delicata tra innovazione e tutela dell’identità locale.

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