Un appello accorato ai sindaci della provincia di Como per salvare migliaia di posti di lavoro minacciati dal nuovo decreto sicurezza. A lanciarlo è l’Associazione per l’Iniziativa Radicale ‘Myriam Cazzavillan’, che ha inviato una lettera a tutti i primo cittadini della provincia di Como, chiedendo sostegno alla campagna nazionale di Radicali Italiani in difesa del settore della cannabis light.
“20 mila posti di lavoro, milioni di euro di entrate fiscali conseguenti al fatturato: è il prezzo che il nostro paese sta pagando e pagherà al nuovo decreto sicurezza”. Così inizia la missiva che invita amministratori locali, assessori e consiglieri comunali a sottoscrivere l’appello promosso dal segretario nazionale dei Radicali Italiani, Filippo Blengino.
“È un dovere che supera le appartenenze partitiche”
In Lombardia, sottolinea la lettera, si contano 29 aziende agricole che coltivano cannabis light, per una superficie complessiva di quasi 160 mila metri quadrati: il dato più alto in Italia. “Numeri che parlano di un settore in espansione – si legge – e che ora rischia il collasso”.
L’iniziativa comasca si inserisce in una più ampia azione di disobbedienza civile lanciata a livello nazionale da Radicali Italiani. Blengino ha trasformato la sede del partito in un cannabis shop, autodenunciandosi per portare il caso in tribunale, anche fino alla Corte costituzionale se necessario. Un gesto simbolico e politico, a cui se ne affianca un altro: “Un’altra disobbedienza civile è in corso – spiega Gianni Rubagotti, segretario dell’Associazione per l’Iniziativa Radicale ‘Myriam Cazzavillan’ – quella dei malati che assumono cannabis terapeutica e rischiano il ritiro della patente. Anche in questo caso, Blengino si è autodenunciato ed è stato sanzionato”.
“Credo che essere amministratore locale – termina la lettera Blengino – cioè il primo contatto con la politica, significhi per Lei e i suoi colleghi essere a fianco dei vostri concittadini, a volte anche al di là delle casacche partitiche. Questo appello le consente di essere vicino a quelli di loro che avevano uno stipendio o hanno fatto un investimento per aprire una attività nel settore della cannabis light e che ora rischiano di aver perso tutto”.
L’obiettivo è chiaro: fare pressione istituzionale per modificare un impianto normativo che, secondo i Radicali, criminalizza un intero comparto economico e colpisce anche chi, della cannabis, fa semplicemente uso terapeutico.