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Cantiere Ernesto Riva, 300 anni di barche da sogno nate dal legno. Daniele: “E ora la sfida green”

Cantiere Ernesto Riva, nota azienda che produce barche di qualsiasi genere, ha utilizzato sempre e solo un materiale per le sue costruzioni: il legno. Questa scelta nasce dalla precisa volontà di non rompere una tradizione che viene trasmessa da padre in figlio da secoli e secoli.

A raccontarlo è l’ultimo che ha ricevuto il testimone, Daniele Riva: “Il cantiere è nato ufficialmente nel 1761, anche se già esisteva da molto tempo e i miei antenati facevano questo lavoro da secoli. Ma in quell’anno venne registrato in tribunale la nostra storica struttura di Laglio (tuttora operativa, Ndr) – spiega – Nel corso delle generazioni il cantiere si è evoluto, ma è sempre stato a stretto contatto con il territorio costruendo barche per pescatori, di lusso e di molti altri tipi. I nostri prodotti sono realizzati da 300 anni in base alle richieste dei clienti, nonostante siamo un’azienda piccolina”.

Ma da quando Daniele ha preso le redini del cantiere sono stati apportati molti cambiamenti: “Sono subentrato a mio padre nel 2000 – racconta – infatti rappresentiamo una realtà che è passata sempre di padre in figlio. Dal mio insediamento ho sempre cercato di dare un’impronta differente, mantenendo sempre il nostro fil rouge che è il legno, iniziato però a fare diversi esperimenti, realizzando ad esempio motoscafi termici. Inoltre nel 2017 ho vinto un bando dell’Unione Europea, sulla mobilità elettrica e sostenibile. Da lì è nato lo stimolo per creare una barca completamente green. L’abbiamo realizzata attraverso diverso collaborazioni con aziende e start up del territorio, da cui è nato un progetto totalmente inedito: un’imbarcazione elettrica, in legno, con i collanti a base di soia. L’abbiamo sviluppata ed è stata un grande successo, sia per l’immagine che per le vendite”.

La sostenibilità è uno dei cardini chiave su cui poggia il Cantiere Ernesto Riva: “Il filo conduttore rimarrà sempre il legno, cercando però comunque di modellarlo con tecniche sempre più moderne. Prima usavamo legname del territorio, ora lo importiamo da altri Paesi. Il materiale non proviene da disboscamenti selvaggi ma da un approvvigionamento intelligente, che tiene conto della fragilità della natura. Diamo molta attenzione al particolare. Non puntiamo al numero, ma alla qualità. Mio padre diceva sempre ai clienti, durante l’avvento della vetroresina e della plastica per costruire le barche, che lo champagne si beve nel bicchiere di cristallo. Noi siamo sempre rimasti fedeli al legno e ai materiali di qualità”, sottolinea Daniele Riva.

E la sostenibilità può avere un forte impatto anche sul territorio lariano: “In un certo senso possiamo dire che abbiamo avuto una visione innovativa. Possiamo essere un esempio per le grandi aziende: adottare una politica green è possibile. Bisogna fare barche con meno impatto ondoso e che inquinino poco, ma che siano allo stesso tempo accoglienti e belle da vedere. Infine sarebbe importante per una piccola attività come la nostra avere supporto dal territorio e dalle Amministrazioni. Siamo fortunati ad avere avuto in passato dei clienti vicini al cantiere che hanno comprato molte barche”.

Una storia meravigliosa di un’attività storica del comasco che, attraverso il suo legame con il passato, sta cercando di guardare verso un futuro che sia soprattutto ecosostenibile.

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2 Commenti

  1. Gentilissima Presidenza/Direzione aziendale, Vi può interessare la bellissima vicenda storica della NAVE DEI MILANESI, da me del tutto casualmente scoperta – documentatissima (testi e foto!) – a margine del mio annoso e appassionato lavoro di ricerca e ritrovamento di notizie sulla vita del mio Amatissimo e purtroppo non conosciuto papà Antonio?! Siamo nel lontano 1926, tra Venezia Mestre (Cantieri navali della storica “Ernesto Breda”), la Darsena Ticinese e…. l’ Africa “nerissima”!!!
    Grazie mille se vorrete contattarmi! A presto, dunque!

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