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Caso ospedale di Menaggio, clamoroso retroscena: Bertolaso minaccia le dimissioni. E poi: “C’era la campagna elettorale di Fermi, vicenda gestita con prudenza”

C’è un retroscena tutt’altro che secondario nella vicenda esplosa in queste ore, parliamo dell’annuncio dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso: la chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Menaggio. Decisione che, se confermata, decreterebbe la fine della struttura. Nel corso della giornata vi abbiamo aggiornato con le decine di prese di posizione: trovate tutto qui.

Ma è in una nota diffusa dall’Ansa che si trova il succo di una giornata pesantissima a partire dal comunicato diffuso dagli esponenti regionali del centrodestra comasco: Addio al pronto soccorso di Menaggio, Fermi e i consiglieri di centrodestra contro Bertolaso: “La sopravvivenza dell’ospedale non è negoziabile”.

Si legge dunque nella battuta d’Agenzia: “Ha scatenato polemiche e tensioni nella maggioranza di centrodestra in Lombardia e anche in giunta (con scambi al vetriolo fra assessori) l’annuncio fatto ieri dal responsabile del Welfare Guido Bertolaso che l’ospedale di Menaggio, nel Comasco, verrà riorganizzato “per assistere la popolazione che ha problemi di criticità” e dunque chiudendo il pronto soccorso. Subito sono arrivate le critiche, a partire da un comunicato congiunto degli esponenti comaschi dei partiti di maggioranza in Consiglio regionale: Gigliola Spelzini, Maria Cesana, Anna Dotti e Sergio Gaddi, a cui si è unito l’assessore alla Ricerca Alessandro Fermi, dunque compagno di giunta di Bertolaso” (vedi link sopra).

E qui il passaggio centrale, scrive l’Ansa: “Il dissenso non è stato espresso solo via comunicati ma anche via WhatsApp nella chat degli assessori con Fermi che ha definito inaccettabile, irrispettoso e ingiustificabile l’annuncio fatto senza avvisare nessuno, e Bertolaso che, dopo aver ricordato come la vicenda sia stata gestita con prudenza per rispettare l’impegno elettorale di Fermi, candidato alle europee, ha detto di essere disponibile, anzi “ben lieto di passare il testimone a chi vorrà il Presidente anche domani mattina“. Il riferimento, naturalmente, è alle ultime elezioni europee dove peraltro Fermi non ha vinto. Insomma non proprio scambi di cortesie tra colleghi di giunta, il caso sta vedendo un territorio mobilitarsi e una giunta regionale dove la tensione è altissima. Stando a quanto ci risulta sono già ampiamente mobilitate anche le segreterie nazionali di tutti i partiti. E i leader non sembrano contenti.

Intanto è arrivata una nuova nota del consigliere regionale Dem, il comasco Angelo Orsenigo:

“Mentre l’ospedale di Menaggio è minacciato dalla decisione di Bertolaso di chiuderne il pronto soccorso e trasformarlo in un presidio per cronici, ecco che nella maggioranza volano gli stracci e si scoprono i retroscena della decisione. Mentre il territorio è in subbuglio, non solo ci si azzuffa tra assessori della stessa maggioranza, con Bertolaso che si dice “ben lieto di passare il testimone”; scopriamo anche che il piano di totale ridimensionamento dell’ospedale di Menaggio sarebbe stato tenuto nascosto fino al termine delle elezioni europee, come riportato da Ansa in queste ore. Se non ci fosse di mezzo il diritto alla salute di decine di migliaia di persone dell’area del lago di Como, farebbe ridere. Invece è uno spettacolo triste e indegno” così il consigliere regionale comasco del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, commentando i recenti dissidi interni alla maggioranza regionale, legati alla vicenda dell’ospedale di Menaggio, in provincia di Como.

“Siamo di fronte a una crisi serissima per il territorio e scopriamo che il colpo che rischia di essere mortale per l’Erba-Renaldi viene assestato in una situazione politica allucinante. Se siedi in giunta e non sai quello che il tuo compagno di banco sta progettando sul tuo territorio, allora hai un problema. Non solo. Chiaramente il governo di Palazzo Lombardia in materia sanitaria è venuto a mancare. Risale infatti all’inizio dell’anno una delibera di Asst Lariana in cui l’ospedale di Menaggio viene identificato come bisognoso di “una configurazione di offerta finalizzata a garantire un’attività di Pronto Soccorso, con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, nonché attività di medicina interna e chirurgia generale”. Una struttura per acuti, insomma. Avanti veloce di qualche mese: Bertolaso decide che l’ospedale è per cronici, in totale contrasto con quanto deciso dall’azienda sanitaria locale. Anarchia in Lombardia, verrebbe da dire. Anarchia sulla pelle delle persone – continua il consigliere Orsenigo”.

“D’altronde però ogni giorno c’è una stangata nuova per il territorio: prima la Milano-Meda a pagamento, poi l’ospedale di Menaggio ridotto all’osso. Il prossimo passo? L’ospedale di Cantù, forse?” si chiede il consigliere Dem, che rincara: “Voglio mandare un messaggio chiaro alla maggioranza: mettetevi d’accordo e datevi una mossa per fare un passo indietro. L’ospedale di Menaggio non si tocca”.

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8 Commenti

    1. Se Fermi non ne sapeva niente, come spergiurera’, bisogna riconoscere a Bertolaso grande delicatezza, fair play, attenzione, educazione ecc… ecc…. al suo compagno

  1. Se Bertolaso avesse annunciato il ridimensionamento dell’Ospedale di Menaggio prime delle Europee, la Lega avrebbe perso i tanti voti conquistati con il ripopolamento del lavarello nel Lario? Non si comprende se l’elettorato del lago sia così condizionabile dal ripopolamento del lavarello o sia la Lega che è convinta che basti quello per far man bassa di voti sul lago oppure, più semplicemente, il rapporto tra la Lega e il suo elettorato storico ha raggiunto il punto più basso.

  2. Dichiarare palesemente di non aver comunicato per tempo la chiusura del ps di Menaggio per non intralciare la campagna di Fermi rende evidente a quale bassezza siamo arrivati.
    E rende anche evidente di come ci si rendesse conto della impopolarità di tale decisione.
    Formigoni, Maroni, Fontana, Gallera, Moratti, Bertolaso…
    Eh, niente, vogliono farci rivivere a tutti i costi gli orribili anni 70.
    Perché lì finiremo, a furia di tirare la corda qualcuno svalvolerà.
    Speriamo che gli elettori (e gli eletti) ritornino sulla crosta terrestre, o che la popolazione si mobiliti in massa, perché di finire in clima di guerra civile proprio non ne ho voglia.
    Non abbiamo alternative, se alla gente togli anche la salute togli tutto.

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