Novità sul fronte Ticosa. Il sindaco Alessandro Rapinese e l’assessore Maurizio Ciabattoni, (con deleghe a Edilizia privata, Lavori pubblici, Politiche energetiche, Reti, Acque e Strade) insieme con dirigente del settore Opere pubbliche, Luca Colombo il spiegano dal Comune “hanno incontrato a Palazzo Cernezzi i tecnici della società ST&A srl, incaricati per lo studio di fattibilità tecnico-economica e delle possibili alternative progettuali relative all’intervento di risanamento ambientale della “Cella 3” dell’area ex Ticosa. Lo studio prevede quattro soluzioni alternative, due di bonifica e due di messa in sicurezza permanente”. La seconda opzione fa parte di una possibilità lasciata sulla scrivania da Mario Landriscina, predecessore di Rapinese, ne parlavamo qui: Ticosa, il jolly lasciato da Landriscina a Rapinese: così l’area potrebbe tornare libera senza maxi bonifica.
Dunque, precisano da palazzo Cernezzi: “Il sindaco e l’assessore Ciabattoni, al fine di individuare il percorso ottimale che consenta di restituire l’area ex Ticosa alla città, hanno chiesto oggi un incontro ai tre Enti coinvolti nel procedimento: Provincia, Arpa e Ats. Al termine degli incontri la Giunta comunale condividerà le analisi scaturite con il Consiglio comunale”.
Un commento
Leggo da un articolo on-line del “Corriere della Sera”, cronaca di Brescia, datato 1 aprile 2017 e dal titolo: “Caffaro, un ricorso al Tar allunga i tempi: a rischio i 30 milioni di fondi”, a firma del giornalista Pietro Gorlani, che la società St&A srl ha avuto, in passato, problematiche giudiziarie.
Ecco, dall’articolo, una citazione:
“C’è però un aspetto non secondario: l’ingegner Claudio Tedesi, socio principale della ricorrente St&A srl. (da visura camerale ha l’81% delle quote), molto attiva nelle bonifiche in Lombardia, ha avuto più di un problema con la giustizia. Era ex direttore generale di Asm Pavia ed ex vicepresidente di Linea Group Holding ed il 28 novembre 2016 è stato condannato a 3 anni e 8 mesi per peculato in relazione allo scandalo dell’ammanco di 1,8 milioni di euro dalle casse della multiutility. Non solo. Tedesi venne arrestato anche nel gennaio 2014 nell’ambito dell’inchiesta «Black smoke», in quanto giudicato corresponsabile dello smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi rimossi dalla Sisas Pioltello.”
Saranno ormai capitoli chiusi, questioni ampiamente e bellamente superate, ma un approfondimento sul pedigree della società, prima di spendere i soldi dei cittadini comaschi, sarebbe augurabile da parte dei responsabili comunali.
Chi volesse poi rendersi meglio conto delle cose, leggendo l’articolo per intero, può farlo al link seguente:
http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/17_aprile_01/caffaro-ricorso-tar-allunga-tempi-rischio-30-milioni-fondi-c159aeb0-16bd-11e7-8391-fba9d6968946.shtml