Cento anni fa veniva dato il via ai lavori per quella che verrà definita la prima Autostrada del mondo, la Milano-Laghi o Autolaghi. Le cronache del tempo riportano che a scagliare il primo colpo di piccone in una fastosa cerimonia nel cantiere di Lainate, nel marzo del 1923 fu Benito Mussolini in persona. Del resto era stato lui a innamorarsi del progetto dell’ingegnere Piero Puricelli soltanto pochi mesi prima, a una manciata di settimane di distanza dalla marcia su Roma. L’inaugurazione dell’Autostrada sarà il 21 settembre 2024 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. Il primo tratto inaugurato fu quello tra Milano e Varese, di circa 50 km, un primato, quello varesino, ancora difficile da digerire per i comaschi.
Il potente progettista Puricelli, milanese, aveva diviso l’Autolaghi in cinque tronchi, e, nonostante i cantieri procedessero a ritmi serrati, il tratto Lainate-Como di 24.660 metri era soltanto il quarto lotto e fu inaugurato così il 28 giugno 1925. Per il collegamento fino a Chiasso si dovranno attendere 35 anni, ovvero il 10 settembre 1960. La terza corsia dell’A9 verrà infine inaugurata il 25 maggio 2012, poco più di dieci anni fa, insomma.
Se si voleva fare la Como-Milano, poco meno di un secolo fa, il pedaggio da pagare al casello per le auto era di 20 lire per l’andata e 30 lire per andata e ritorno. Difficile fare un paragone con i 4 euro che servono oggi per raggiungere da Como il capoluogo lombardo, 2,30 da pagare alla barriera di Grandate e 1,80 a Milano Nord. Cifre che mettono ad ogni modo la tratta da sempre tra le più care d’Italia rispetto ai chilometri percorsi.
Da pochi giorni l’A8 è diventata la prima e unica autostrada italiana a cinque corsie per ogni senso di marcia. L’ampliamento riguarda un tratto di 4,4 chilometri tra la Barriera Nord e l’interconnessione con la “nostra” A9, Lainate-Como-Chiasso. L’investimento di Autostrade è stato ingente, 200 milioni di euro. Questa espansione è stata inaugurata nel pomeriggio di ieri, lunedì 25 settembre, evento che ha segnato il centenario dall’apertura di questa arteria del traffico il risparmio annuale in tempo di percorrenza è stato stimato in un milione di ore. All’inaugurazione della quinta corsia erano presenti anche il vicepremier e ministro dei trasporti Matteo Salvini, il presidente della Lombardia Attilio Fontana, la presidente di Autostrade per l’Italia Elisabetta Oliveri e l’amministratore delegato Roberto Tomasi.
“I compleanni sono sempre da festeggiare – sorride il comasco Giorgio Colato, dirigente nazionale e segretario regionale della Fai, la Federazione autotrasportatori italiani – ma in questo caso possiamo dire che in cento anni la rete infrastrutturale della Lombardia e della Provincia di Como sia cambiata davvero ben poco”.
Eravamo i primi un secolo fa e ora siamo tra gli ultimi quindi?
Non ho detto questo, ma si deve rapportare la rete stradale al traffico, e capite che qui davvero siamo in cattive acque. Non vi è stato, a parte la realizzazione della terza corsia e della Tangenziale di Como, rimasta ancora monca, o della Pedemontana, un reale adeguamento di strade e autostrade del territorio – aggiunge Colato – Siamo una provincia di confine e paghiamo il peso di un traffico di passaggio. Questo significa inquinamento e costi sociali che chi vive qui deve pagare.
Il Comasco non è mai riuscito a sfruttare questo elemento, ovvero essere la porta dell’Europa.
Se parliamo a livello imprenditoriale, dei privati, qui si sono insediate importanti imprese del settore delle spedizioni ad esempio. Però gli Enti pubblici e le istituzioni non sono mai stati capaci di battere cassa. La dogana introita ogni anno 600 milioni di euro dal passaggio delle merci su gomma. Secondo voi quanto rimane sul territorio? Il 10, il 5%? Ve lo dico io: zero! Ma possibile che nessuno tra i politici comaschi, i presidenti della Camera di Commercio, sindaci e presidenti provinciali non siano mai stati in grado in un secolo di autostrada di battere cassa su questo tema?
“Qui non si tratta di colore politico o appartenenza ma di volere bene al territorio e di investire sullo stesso. Soltanto la città di Como potrebbe avere benefici incredibili dai proventi delle tasse doganali. Verrebbero davvero risolti tanti problemi. Ma qualcuno deve chiedere i soldi alla Dogana prima” conclude Colato. Possibilmente prima che trascorrano altri cento anni.