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Centro disabili di via del Dos, disagi infiniti. Le famiglie: “Qui è un forno, si boccheggia. Fate qualcosa”

L’ondata di caldo che sta facendo boccheggiare la città è ancora più avvertita e sofferta in quei luoghi in cui agiscono e si ritrovano le persone più fragili.

E il caso del centro diurno disabili del Comune di Como in quella via dl Dos che tanto, in passato, ha fatto discutere per la chiusura delle piscine esistenti e usate per la terapia, che non sono mai più state riaperte, innescando un diluvio di polemiche (con il sindaco Alessandro Rapinese che, nell’ultimo consiglio comunale, ha affermato che l’amministrazione sta lavorando per la riapertura).

Ora, sempre da questa parte di città arriva la segnalazione, che è più una sorta di preghiera rivolta al Comune affinché si intervenga nel Centro diurno dove si “boccheggia a causa dell’assenza di aria condizionata e di sistemi per rendere più fresco l’ambiente dove i nostri cari passano ogni giorno del tempo”, è l’appello di un gruppo di genitori che quotidianamente accompagnano i propri cari nella struttura.

Struttura dove, “grazie alla presenza insostituibile di educatori e educatrici” ci si prende cura di una trentina di persone (tra i 18 e i 65 anni di età), affette da disabilità intellettiva con gravi o gravissime limitazioni dell’autonomia personale, persone che necessitano di un supporto assistenziale.

“I nostri ragazzi – ci racconta una mamma che fa la portavoce di diverse famiglie – e le loro educatrici soffrono quotidianamente il caldo assurdo presente nei locali del centro, totalmente privo di ventilatori e aria condizionata”, racconta.

E in tanti sottolineano come sia un vero “peccato perché il centro è un’eccellenza. Gli educatori sono preparati, empatici e disponibili. Prima gli ospiti sono stati privati delle piscine e ora si bolle. Il pomeriggio diventa un vero forno. Nella aule dove si svolgono attività non ci sono ventilatori altri impianti e le stesse educatrici ci raccontano come effettivamente ci sia molto caldo. Potrebbero magari istallare l’aria condizionata in alcune aule. Solo nel salone c’è una specie di ventilatore che però non riesce a cambiare molto la situazione specie in questi giorni di afa”.”

L’appello dunque è a intervenire rapidamente. “Quando nostro figlio rientra a casa – racconta un’altra mamma – trova, visto che fortunatamente noi la abbiamo, l’aria condizionato. Senza, come nel centro, le temperature sarebbero insopportabili”.

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