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Cgil e Sunia: “Fallimento Mozzate Patrimonio, 64 famiglie senza casa entro l’autunno. Una bomba sociale”

“A causa del fallimento della società Mozzate Patrimonio, 64 famiglie riceveranno lo sfratto entro l’autunno: una bomba sociale”. E’ la posizione della Cgil e del Sunia, firmata rispettivamente da Matteo Mandressi e Fabio Frigerio.

“Il patrimonio immobiliare pubblico del Comune di Mozzate sta per essere definitivamente alienato – spiegano – La società Mozzate Patrimonio s.r.l., dentro la quale erano confluiti i beni comunali, è fallita nel 2014 a causa dell’ingente carico debitorio (si stimano 41 milioni di euro di debito). Nei prossimi giorni si innescherà una bomba sociale pronta a deflagrare sulle famiglie meno abbienti del comune della bassa comasca. A carico del fallimento insistono infatti 64 alloggi di edilizia residenziale pubblica, abitati da 64 nuclei ai quali, nel corso degli anni, gli appartamenti sono stati assegnati con regolare bando. A partire dalla prossima settimana i primi appartamenti verranno messi all’asta. Gli attuali assegnatari riceveranno di conseguenza lo sfratto esecutivo”.

Dunque, ribadiscono Cgil e Sunia “entro l’autunno 64 famiglie mozzatesi non avranno un tetto sopra la testa. Ciò è inaccettabile. Difficile ipotizzare che gli attuali occupanti potranno aggiudicarsi all’asta gli appartamenti che occupano per due semplici ragioni: sono famiglie con basso reddito che non hanno la potenzialità economica per acquistare l’immobile, inoltre non hanno alcun diritto di prelazione. All’asta chiunque può partecipare e rendere così vano il diritto all’abitazione delle attuali famiglie”.

“Nel maggio 2015 l’allora consigliere regionale Luca Gaffuri depositava in Regione un’interpellanza indirizzata all’assessore alla casa e housing sociale che sollecitava un intervento proprio in merito a quanto sta accadendo in questi giorni – concludono Mandressi e Frigerio – La mala gestione del patrimonio immobiliare pubblico di Mozzate, evidente negli accadimenti agli onori delle cronache locali, non può essere fatta pagare ai ceti più deboli. L’attuale amministrazione nel mese di maggio ha deliberato uno stanziamento per affidare un incarico professionale che studi le conseguenze, anche sociali, della definitiva alienazione delle case popolari. Un’iniziativa necessaria ma, probabilmente, attuata fuori tempo massimo”.

Sul fronte pratico, sindacato Sunia e la Camera del lavoro territoriale di Como chiedono un intervento immediato alle istanze comunali e regionali per evitare che si attuino gli scenari peggiori: “L’allarme sociale è altissimo”.

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