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Colisseum, il Comune chiude la piscina piccola ma il Tar sospende il provvedimento. La Coop: “Attendiamo incontro con Rapinese”

A quindici giorni dalla scadenza della concessione alla Cooperativa Sociale Colisseum per la gestione dell’impianto comunale di via del Dos, prevista per il 31 luglio prossimo, data nella quale salvo una proroga che fino ad ora non è arrivata da parte dell’amministrazione comunale la Coop dovrà lasciare la struttura e cessare le attività, il Comune di Como ha inviato una comunicazione che vietava l’utilizzo della piscina piccola della struttura (qui tutti i capitoli della vicenda). Dice la nota di Palazzo Cernezzi arrivata il 13 luglio:

Il divieto viene richiesto a seguito dell’esito del sopralluogo effettuato in data 12.07.22 presso la struttura di via del Dos dal tecnico del settore Opere Pubbliche del Comune di Como, il quale attesta che ‘l’ampio degrado strutturale, allo stato attuale, indica una netta diminuzione della capacità portante della soletta laterocementizia causando una forte riduzione del coefficiente complessivo di sicurezza anche in presenza della fitta puntellazione di sostegno presente. Si ritiene necessario procedere alla totale chiusura della Piscina Piccola al fine di tutelare l’incolumità dell’utenza, e di adottare tale provvedimento fino al totale ripristino delle caratteristiche di sicurezza contemplate nelle NTC 2018.

Evidenziano da Colisseum: “Un divieto che avrebbe imposto dall’oggi al domani la cessazione di ogni attività con i bambini e i fragili che si affidano a Colisseum e agli spazi di via del Dos lasciati senza alternative. Per questo motivo la Cooperativa ha deciso di rivolgersi con urgenza al Tar che si è pronunciato contro la sospensione imposta dal Comune di Como in meno di 24 ore”.

L’avvocato Giuseppe La Rosa, partner di diritto amministrativo nello Studio internazionale Eversheds Sutherland, legale di Colisseum, presente oggi alla conferenza stampa convocata dalla Coop, ha spiegato: “Il provvedimento comunale di immediata sospensione delle attività della vasca piccola ha imposto una reazione processuale celere, mediante la proposizione di una richiesta di misure cautelari ante causam ex art. 61 cpa., depositato neanche 24 ore dopo l’adozione del contestato provvedimento. Il presidente del Tar tenuto conto anche delle perizie tecniche allegate alla richiesta giudiziale che escludono qualsiasi rischio strutturale, ha accolto la richiesta della Cooperativa, sospendendo l’efficacia del provvedimento comunale, così consentendo la normale prosecuzione delle attività”.

Abbiamo trovato totalmente fuori luogo un divieto di utilizzo di una delle micropiscine da un giorno all’altro a quindici giorni dal termine della concessione – commenta il presidente di Colisseum Gabriele Romanò – Soprattutto in virtù del fatto che la vasca è puntellata, in questa situazione, ormai da tre anni. Attendiamo fiduciosamente un nuovo incontro con il sindaco perché l’intento di Colisseum non è andare avanti a suon di carte bollate bensì trovare una soluzione che consenta alla collettività di non vedersi privata del servizio e alla cooperativa di garantire il lavoro nell’attesa che venga esperito il nuovo bando di gara per la concessione”.

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2 Commenti

  1. Caro Plinio,
    lei ha perfettamente centrato tutti i temi sul tavolo…..credo….ma ne manca ancora qualcuno e visto che la faccenda volge (quasi al termine) a breve salterà fuori!!!
    Mettere un punto è doveroso, per tutti!!!
    Dichiarare (l’amministrazione comunale) in coscienza cosa abbia intenzione di farne delle micropiscine e palestre di Via del Dos è oramai un obbligo.
    Le soluzioni ci sono e possono essere percorse, se ci si mettesse intorno a un tavolo.
    Colisseum lo chiede a gran voce, da svariate settimane (anzi dal 2015 data di scadenza dell’ultima concessione ufficiale non prorogata).
    Voglia la Dirigente del Settore Politiche Sociali accettare l’incontro richiesto e verificare le possibili soluzioni.

  2. QUER PASTICCIACCIO
    BRUTTO DE VIA DEL DOSS

    Quando si volesse raggiungere un cambio di conduzione “ad excludendum”, si potrebbe fare innanzitutto un Bando bucato, impartecipabile, che vada quindi per forza di cose deserto, per arrivare, creata artificiosamente la condizione di emergenza, a spacchettare i servizi in vari rivoli, ed essere così in grado di offrire ai propri referenti socioeconomici, politicamente targati, i differenti desiderati bocconcini… Certo sono cattivi pensieri, e mi auguro che restino soltanto ipotesi campate per aria!
    Però, a chi può dare tanto fastidio un nuovo Bando ben fatto, se il precedente è stato comunque bocciato?
    Forse, per tornare purtroppo nella regione delle ipotesi, con un bando unico non si riuscirebbe a superare una situazione strutturale di monopolio? e allora si dividano i servizi e si facciano più bandi! Oppure, se c’è ancora dell’altro, del non detto da parte dell’Amministrazione, in questa storia che sempre più assomiglia ad un braccio di ferro tra le parti, che si informi con chiarezza l’opinione pubblica dei termini del problema; cioè quegli elettori che pagando le tasse, stanno pagando: i Bandi sbagliati; i provvedimenti amministrativi di ritorsione; i servizi di sostegno ai disabili sempre più in via di precarizzazione; i costosi incarichi di consulenza/tutela legale a terzi; e speriamo che si riesca alla fine a mettere un punto a tutto vantaggio della comunità, e non di qualche comitato di affari, di qualunque colore sia!

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