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Colonno, arriva la Variante della Tremezzina. I sogni e la casa di Luciano saranno abbattuti: “Per fare un muro”

“Da un giorno all’altro mi sono trovato con la casa espropriata, nel 2016 avevo ricevuto numerose rassicurazioni che sulla mia proprietà non si sarebbero dovute effettuare delle modifiche pesanti, e ora mi buttano giù tutto”.

E’ la denuncia durissima di Luciano Marelli, proprietario dell’immobile a Colonno che dovrà essere demolito a causa dei lavori per la costruzione della variante della Tremezzina.

In questi mesi l’argomento è caldissimo, soprattutto dopo l’annuncio della chiusura di quattro mesi, programmata per l’autunno, della Statale Regina, all’altezza del piccolo paese.

La questione ha causato non pochi malumori tra i residenti, soprattutto perché il tratto (di circa 400 metri) non sarà percorribile appunto per ben 120 giorni, di cui 90 di chiusura totale e 30 di senso alternato.

“Ho comprato l’immobile una decina di anni fa – racconta Luciano – per utilizzarlo come casa per le vacanze, nel tempo poi ho avviato i lavori di ristrutturazione. Nel 2016 mi viene comunicato che, a causa della costruzione della variante, avrebbero dovuto fare dei lavori sulla mia proprietà. All’epoca fui rassicurato da tutti, mi dissero che gli interventi si sarebbero limitati a semplici modifiche. Si sarebbe trattato della realizzazione di una struttura necessaria all’ingresso nella variante, opera cui, nonostante l’impatto molto invasivo, non mi sarei certamente opposto, essendo utile a tutti”.

Il tempo intanto è passato e Luciano ha completato i lavori di sistemazione, pronto per godersi la casa al lago.

Ma improvvisamente, una mattina, ecco arrivare la doccia gelata: “Un giorno, senza che mi aspettassi nulla, mi arrivò a casa una comunicazione dell’Anas su cui era riportato che la mia proprietà a Colonno sarebbe stata espropriata nell’arco di breve tempo”.

A quel punto, scatta la disperata ricerca di informazioni precise e di contatti. E alla fine, scopre l’amara verità: “Nel 2019 fu redatto un nuovo elaborato sulla variante, di cui al contrario della volta precedente non ero stato minimamente informato, secondo questo documento, le modifiche alla proprietà non sarebbero più sufficienti e si sarebbe resa inevitabile la procedura d’esproprio”.

Luciano non si arrende e cerca in tutti i modi di cambiare la situazione: “Sono immediatamente andato nei vari Comuni e anche in Provincia, dove ho mostrato delle soluzioni alternative per evitare un impatto così drastico non soltanto per la mia proprietà ma anche su tutta la zona circostante. Mi è sempre stato risposto che si tratta di lavori di pubblica utilità. Non capiscono che stanno devastando la zona per costruire un muro di contenimento e soprattutto stanno sprecando una marea di soldi. Io non sono assolutamente contro la Variante, sicuramente diventerà un’opera importantissima per il lago che permetterà di smaltire il traffico infernale, però credo che non si stiano utilizzando le modalità corrette”.

Amara la conclusione: “Quello che però mi lascia più amareggiato, è che, al contrario del 2016, nel 2019 non sono stato convocato da nessun Comune e non sono stato avvisato da nessuno del fatto la mia casa verrà presto buttata giù”. Una sensazione di ingiustizia e quasi di sopruso contro cui Luciano continua a battersi ma che, almeno fino a questo momento, non ha trovato alcun appiglio per un finale alternativo.

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