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Comaschi nel mondo. Letizia, spicchio di Laglio a Hong Kong: “Tra quarta ondata e tensioni politiche”

Sono tanti i comaschi che in questo momento si trovano in giro per il mondo e stanno vivendo la pandemia lontani dai propri cari.

In queste settimane abbiamo raccontato alcune esperienze dall’Europa, dall’Africa, dall’America e dall’Oriente. Proprio qui facciamo tappa per la storia di oggi, quella della 24enne Letizia Fraternali che ci ha spiegato come sta vivendo l’anno della pandemia a Hong Kong.

Delle varie misure prese durante le prime due ondate avevamo già parlato in uno dei nostri videotalk ad aprile con Roberto Della Monica, comasco trapiantato a Hong Kong da ormai 11 anni.

Questa volta, Letizia ci spiega come ha vissuto le nuove ondate e di come hanno reagito gli abitanti della regione speciale cinese. Originaria di Laglio e madrelingua inglese, la 24enne vive a Hong Kong da due anni e insegna lingua inglese ai bambini più piccini fino ai 3 anni.

“A gennaio sono tornata dalle vacanze in Giappone e ho dovuto affrontare un primo lockdown molto severo – spiega – invece il secondo confinamento è stato più rilassato sia per i cittadini sia per alcune attività che sono rimaste aperte. Ora stiamo vivendo un’altra fase (che corrisponderebbe a una quarta ondata per la regione, Ndr) di lockdown ma con anche agevolazioni per i piccoli business”.

In questo momento, infatti, nel Paese i ristoranti possono avere al massimo due clienti per tavolo e devono chiudere alle 18, così come i supermercati. I cinema e le palestre sono chiuse ma la popolazione può uscire di casa. Come ci aveva già raccontato Roberto in primavera, anche Letizia conferma che i cittadini sono molto ligi nell’indossare la mascherina e stanno molto attenti, inoltre le aziende hanno cercato da subito di incentivare il lavoro da casa e chiesto di fare tamponi prima del rientro in ufficio.

Secondo Letizia, il Governo non sarebbe però stato così chiaro nella definizione delle strategie per affrontare il virus. Spesso, infatti, le normative anti-Covid sarebbero state in contraddizione con altre misure, introdotte ad esempio dopo le proteste pro-democrazia di fine novembre.

“Ci sono stati problemi politici e scontri con la polizia nelle scorse settimane – osserva – che hanno portato all’emanazione di una norma che vietava di indossare le maschere in pubblico. Questo però andrebbe contro le misure per contrastare la diffusione del virus, ovvero l’obbligo di indossare la mascherina”.

In questo momento, quindi, la situazione pare più tranquilla? “Personalmente sto vivendo con meno tensione, la gente non è più così preoccupata o spaventata – ci risponde Letizia – ci sono anche persone anziane in giro, la gente sa che può uscire di casa ma anche che deve stare comunque attenta. In alcuni ristoranti fanno anche lasciare il numero per contattarti nel caso in cui si verificassero dei contagi, ovunque c’è gel sanificante per le mani, non si può uscire a cena ma si può andare in giro durante il giorno e pranzare fuori, quindi non vedo più la demoralizzazione tra le persone che c’era all’inizio”.

Il virus, però, ha avuto pesanti effetti a livello economico sulle fasce di popolazione che già si trovavano in difficoltà.

“Io sono stata lasciata a casa dal lavoro per due mesi senza preavviso, a inizio pandemia – spiega – per questo, con mia mamma e mia sorella ho aperto una piccola scuola online di inglese (qui il sito, Ndr). So che durante il primo lockdown il Governo ha fatto un prestito di circa 9mila euro per i piccoli business, almeno per aiutarli a pagare l’affitto che qui è tra i più cari al mondo. Invece i cittadini di Hong Kong hanno ricevuto 1000 sterline, molti però sono stati esclusi da questa misura: si tratta di tante categorie in difficoltà che non hanno ancora ottenuto la cittadinanza, per cui qui ci vogliono 7 anni di residenza nel Paese”.

Letizia infine, così come molti italiani che vivono all’estero, sarebbe tornata nel suo Paese per trascorrere il Natale in famiglia. Ma quest’anno non ne avrà l’occasione.

“Sarei rientrata in Italia ma la compagnia per cui lavoro non mi ha dato il permesso – conclude – non avevo abbastanza giorni di ferie a disposizione per fare il periodo di quarantena in Italia, restare lì qualche giorno con la mia famiglia e poi trascorrere il periodo di quarantena una volta rientrata qui. Vorrei ritrasferirmi in Europa ma questo non è il momento migliore per cercare lavoro, per ora resterò a Hong Kong. La situazione è leggermente migliore, non è così pericoloso uscire e le cose continuano ad avere una parvenza di normalità”.

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