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Nella botte piccola il vino eccellente: l’Insubria è tra le mille migliori università del mondo

Estate tempo di bilanci positivi per l’Università dell’Insubria, già premiata dal Censis a luglio con la quinta posizione assoluta tra i piccoli atenei statali italiani e il primo posto in Lombardia per comunicazione e servizi digitali. L’ultimo riconoscimento arriva dalla prestigiosa classifica Arwu, Academic Ranking of World Universities, che ha inserito l’ateneo di Varese e Como tra i migliori mille del mondo.

La commissione dell’università Jiao Tong di Shanghai, che stila questo elenco dal 2003 e lo pubblica il giorno di Ferragosto, ha scrutinato 1800 tra le 18mila realtà pubbliche e private del pianeta e ne ha promosse mille (il doppio rispetto alla consueta selezione), in base a criteri come i riconoscimenti accademici ottenuti, la quantità e la qualità della ricerca prodotta, le performance rispetto al numero di iscritti, ma anche gli alunni vincitori di un Nobel o di una Field medal. L’Insubria è nel gruppo delle università comprese genericamente tra le posizioni 900 e 1000, non in ordine di merito.

Commenta il rettore Angelo Tagliabue: «Comparire in questa importante classifica è un risultato molto buono per noi, frutto di una politica virtuosa che permette di crescere in modo sano, premiando sempre la qualità: significa comunque confrontarsi con le migliori università del mondo e per l’Insubria, una realtà ancora giovane, questo riconoscimento non può che essere uno stimolo ulteriore di miglioramento».

In linea sono anche i risultati di un’altra recente classifica prestigiosa, quella del Cwur, Center for World University Rankings, che ha valutato 20mila atenei e ne ha selezionati 2000, inserendo l’Insubria (tra i 66 atenei italiani) alla posizione 826, cioè nel top 4.2% delle università al mondo.

Questi numeri “internazionali” si raggiungono anche grazie a docenti bravi e preparati, come dimostrano i recenti dati del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca sull’Abilitazione Scientifica Nazionale, la procedura tramite la quale i ricercatori e i professori vengono valutati, dal punto di vista della qualità scientifica, per ottenere il requisito per partecipare ai concorsi per professori di prima e seconda fascia indetti dagli atenei.

Considerando i 47 atenei con almeno 100 professori associati nell’organico, l’Insubria si posiziona terza con una percentuale di abilitati del 60.6%, preceduta solo da Milano Bicocca (100%) e da Trento (69.4%), lasciandosi alle spalle blasonati atenei. Nel terzetto di testa, inoltre, l’Insubria balza al primo posto come percentuale di docenti con abilitazione chiamati, cioè vincitori del concorso di avanzamento di carriera: il 47% a fronte del 42.3% di Milano Bicocca e del 44.9% di Trento.

Rispetto ai ricercatori a tempo indeterminato vincitori di abilitazione, la percentuale è del 56%, in linea con i migliori atenei italiani; solo sei di questi ricercatori non sono ancora vincitori di concorso per professore associato, in netta controtendenza rispetto a quello che succede nel resto d’Italia. Questa percentuale pone l’Insubria al secondo posto come ateneo virtuoso per progressione di carriera, secondo solo a Trento.

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