Inaugurati, in collaborazione con Acinque, circa un mese fa in via Fiume, a pochi passi dalla scuola elementare Venini (qui i dettagli) , i nuovi stalli per la ricarica delle auto elettriche sembrerebbero già vittime di una gestione piuttosto confusa da parte degli utenti. A causa, parrebbe, dell’assenza di una specifica ordinanza comunale che ne regolamenti l’uso, questi spazi sarebbero infatti parcheggi di fatto aperti a tutti, indipendentemente dal tipo di veicolo o dalla reale necessità di ricarica.
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Le segnalazioni arrivate alla nostra redazione negli ultimi giorni sono state diverse e raccontano tutte lo stesso scenario: auto termiche parcheggiate dove non dovrebbero e veicoli elettrici “in ricarica” solo per finta, come ci segnala anche anche Giovanni Frassi, esponente di Svolta Civica, ma in questo caso testimone diretto in veste di semplice cittadino.
“Questi stalli sono praticamente sempre occupati da auto non elettriche, oppure da chi lascia quasi quotidianamente il veicolo collegato alla colonnina senza nemmeno attivare la ricarica – racconta infatti – una volta ho visto un signore attaccare il cavo e poi chiedermi come funzionava il pagamento. Mi ha insospettito perché, in genere, il cavo resta bloccato fino all’avvenuta autorizzazione. Invece lì no, il sistema permette il collegamento anche senza avviare nulla, così l’auto può restare parcheggiata tutto il giorno senza dare nell’occhio”.
Alla base di questo disordine, secondo quanto riferito dalla Polizia Locale allo stesso Frassi, ci sarebbe la mancanza di un’ordinanza ad hoc che assegni formalmente a questi stalli la destinazione d’uso esclusiva per la ricarica elettrica. Ordinanza che, per esempio, esiste già da tempo per le colonnine di viale Masia.
“Ogni volta chiamo la Polizia Locale, ma spesso ho l’impressione che ascoltino distrattamente. Finché, forse infastidito dalla mia insistenza, uno degli agenti mi ha spiegato che, non essendoci un provvedimento specifico, gli stalli sono tecnicamente da considerarsi normali parcheggi pubblici. E se loro facessero una multa, sarebbe probabilmente illegittima“, aggiunge. Se confermata, si tratterebbe di una situazione quasi paradossale tra investimenti pubblici per promuovere la mobilità sostenibile e colonnine installate e annunciate con orgoglio, ma poi lasciate senza un quadro normativo chiaro in attesa che la burocrazia faccia il suo corso.
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