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Como, decisione drastica della giunta: “Il chiosco Al Molo sul lungolago va demolito”

La decisione del Comune è ufficiale, ma anticipiamo subito che – vista la lunga serie di pareri pregressi e di altri soggetti istituzionali – la “partita” potrebbe non essere assolutamente finita qui.

Però da Palazzo Cernezzi la posizione non lascia possibilità di interpretazione: il famosissimo chiosco “Al Molo”, sul lungolago di Como, verso piazza Matteotti, deve essere completamente demolito e la zona ripristinata e lasciata libera.

Così ha deciso la giunta Landriscina riunita nella seduta del 10 giugno scorso (assente soltanto il primo cittadino).

Nel provvedimento si legge testualmente che l’amministrazione intende “procedere alla rimozione del manufatto e rimessa in pristino stato dei luoghi, a cura e spese del titolare della concessione scaduta, quale facoltà dell’Amministrazione comunale”.

A supporto, l’esecutivo comunale cita il “contratto di concessione scaduto” e tiene conto “dell’autorizzazione formulata dall’Agenzia del Demanio” con note dell’8 aprile e del 6 maggio 2021.

Di conseguente è stato conferito “ai Settori Patrimonio e Legale, per quanto di rispettiva competenza,di dare avvio al conseguente procedimento per fare eseguire al titolare della concessione scaduta la demolizione e la rimessa in pristino con tutela degli interessi dell’Amministrazione”.

Cosa resterà nel caso davvero si arrivasse a tanto? Nulla, stando alle posizioni del Comune poiché l’intendimento è “di lasciare libera l’area, una volta rimosso il manufatto, anche in considerazione della necessità di ridefinire l’assetto complessivo del lungolago dopo il completamento dei lavori di difesa idraulica in corso da parte di Regione Lombardia”.

Fin qui, dunque, le carte comunali. Ma, come detto – anche sulla scia di pareri persino divergenti accumulati nel corso degli anni – non è affatto scontato che non vi siano ulteriori novità nei prossimi giorni.

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3 Commenti

  1. Concessione scaduta nel 2017 senza che nessuno se ne sia preoccupato, o semplicemente ha guardato da un’altra parte per non affrontare il problema. Il concessionario quindi si è sicuramente ripagato i costi di investimento. Previsione, il concessionario uscente non farà niente, in comune si palleggeranno la competenza su chi deve abbattere tra patrimonio, reti, edilizia e lavori pubblici per qualche mese, poi qualcuno farà la pensata geniale di farlo abbattere nell’appalto degli arredi, e alla fine pagherà soloni comune e neanche un euro il concessionario che aveva l’obbligo di farlo.

  2. Se c’è di mezzo l’ufficio legale del Comune, che miete un successo dopo l’altro, possiamo dare per certo che fra 10 anni il chiosco sarà ancora lì…

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