Mobilitazione doveva essere e mobilitazione è stata.
Questa mattina, davanti alla Prefettura di Como, si sono riuniti in un presidio di protesta Cgil, Cisl, RSU e lavoratori della Cà d’iIdustria. A partire dalla 10, due ore e mezza di presenza pacifica per ribadire il no al cambio di contratto che attenderà i nuovi assunti della Fondazione a partire dal prossimo ottobre, che non avranno più il contratto collettivo nazionale ma uno specifico del settore.
“Il personale chiede pari dignità e trattamento per tutti, non possono esserci dipendenti di serie A e di serie B – avevano già rimarcato i sindacati – Serve un sistema più equo, che non divida i lavoratori, che non crei discriminazioni, e che non scarichi il peso della crisi sanitaria sul personale che verrà assunto”.
“La concorrenza sui salari, quando l’offerta di lavoro è scarsa, genera diseguaglianze, sfruttamento e precarietà e questo per una struttura come la Ca d’Industria di Como è inaccettabile – sottolineano ancora i sindacati – Serve un piano di rilancio condiviso con le istituzioni cittadine (in particolare del Comune di Como che ad oggi risulta assente) e con la partecipazione della Regione, serve progettare forme alternative di assistenza ed un’offerta di servizi all’avanguardia che sia di qualità per gli ospiti anziani e per gli operatori. La scelta della Fondazione genera sperequazione salariale tra persone che svolgono la medesima mansione, e svaluta il lavoro svolto dal personale fino ad oggi”