Sarà un’altra Pasqua “mancata”, quella del 2021, la seconda dall’inizio della pandemia.
Tutta l’Italia sarà in Zona Rossa e a fare i conti con la decisione del Governo saranno ancora una volta le attività, da quelle commerciali a quelle legate alla ristorazione. A Como non ci sarà la gente che, in famiglia o in compagnia di amici e conoscenti, si ritrova ogni anno a passeggiare per le vie della città.
I negozi saranno chiusi e mancherà la tradizionale Fiera di Pasqua che ogni anno anima viale Varese con le sue bancarelle provenienti da ogni parte d’Italia. Nemmeno molti esercenti del mercato, che con trepidazione attendono il periodo pasquale, quest’anno potranno accogliere i clienti.
Tra loro c’è Angelo Gaudenzio, commerciante artigiano dagli anni ‘80, proprietario della bancarella “Gau production”. Insieme a lui anche i figli Diego e Paolo che hanno scelto di portare avanti l’attività di famiglia.
“Lavoriamo molto sulle fiere e sagre, oltre al mercato di Como – spiega Angelo – ma purtroppo siamo fermi da febbraio 2020. L’ultima fiera a cui abbiamo partecipato è stata quella di Brescia, che dopo poche settimane è stata invasa dal virus. All’inizio avevo paura del Covid, dopo di che sono iniziate le preoccupazioni a livello economico”.
Angelo, infatti, non ha ricevuto ristori. Per questo ha dovuto chiedere un prestito alla banca ed è andato avanti, in questi mesi, racimolando quel che ha potuto tra contributi regionali o messi a disposizione dal Comune di Rovellasca dove risiede.
“Sono molto arrabbiato – aggiunge – perché nessuno ci aiuta davvero. Nemmeno facendo quei pochi mercati a Como quando era concesso, due volte a settimana, riuscivo a raccogliere i soldi per fare la spesa quotidiana. Ma devo pagare tutte le tasse, altrimenti non mi rinnovano le concessioni. Stiamo elemosinando aiuti dove possiamo ma siamo senza stipendio, per dare qualche soldo ai miei figli e alle loro famiglie sto usando i miei risparmi”.
La disperazione di Angelo è ancora maggiore, quest’anno, proprio per la mancanza degli eventi pasquali. “La fiera di Pasqua e il mercato per noi sono fondamentali – conclude – perderli per due anni di fila è davvero drammatico, siamo in enorme difficoltà”.
Il disagio per la mancanza della tradizionale Fiera di Pasqua di Como non riguarda solo gli esercenti comaschi, ma anche quelli che ogni anno arrivano da tutta Italia per esporre la propria merce in viale Varese. Affezionati alla città e ai tantissimi frequentatori che affollano il viale, anche loro quest’anno rimarranno a bocca asciutta nel periodo pasquale.
“Ormai da sei anni, più questi due mancati, io e mia moglie venivamo alla Fiera di Pasqua di Como – racconta Piero Vaccaro, della bancarella fiorentina Piero Borse – partecipiamo a circa 50 fiere in tutta Italia, partendo dalla Toscana, e siamo tornati anche a Como nonostante quello che è successo nel 2017 (la bancarella di Piero era stata distrutta da un incendio doloso, Ndr)”.
Piero, appunto, era molto legato alla tradizionale fiera comasca e anche quest’anno sarebbe tornato volentieri ad accogliere i clienti in città. “La gente ha sempre apprezzato il nostro prodotto – sottolinea – e ci siamo trovati bene sia con i cittadini di Como sia con chi arrivava da fuori, anche dalla vicina Svizzera”.
Così come molte altre, anche la sua attività è praticamente ferma da un anno a causa della pandemia e delle restrizioni che hanno fermato gli eventi fieristici. “Viviamo nell’attesa – spiega – cerchiamo di andare avanti almeno con le spedizioni dei nostri prodotti. Arriviamo in tutta Italia ma non è come partecipare alle fiere. Ci eravamo creati un bel giro in tutta Italia, vivendo delle feste di piazza. A livello economico siamo messi davvero male, abbiamo ricevuto solo 600 euro per due volte e poi 1.000 euro ma non bastano”.
Per quanto riguarda la fiera comasca, conclude: “Ci mancherà molto anche quest’anno ma speriamo che chi ama i nostri prodotti decida di ordinarli – conclude – ci può contattare tramite la nostra pagina Facebook Piero Borse”.
Casartelli: “Un anno dopo, ancora il buio”
E’ una situazione realmente drammatica, quella che gli esercenti di fiere e mercati vivono ormai da un anno, a cui si aggiunge ancora una volta la mancanza della Pasqua.
Lo testimonia il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli, riportando le difficoltà che queste persone affrontano quotidianamente dall’inizio della pandemia.
“Le fiere sono saltate ormai da un anno e con la Pasqua mancata anche per il mercato normale si ha un danno spaventoso – spiega – la fiera pasquale era il momento per iniziare la stagione. Inoltre, ora la gente usa il web per acquistare e questo crea un danno di ricaduta anche per gli esercenti”.
E a proposito di effetti collaterali della seconda Pasqua mancata, Casartelli aggiunge: “Già alcune bancarelle soffrono per la mancanza di clienti dalla Svizzera, il cambio di stagione è sempre un momento importante e così viene a mancare per i mercati ma non solo. Anche le altre attività cittadine subiranno danni a causa dell’assenza di persone in giro. Stiamo ancora brancolando nel buio, tutti sono demoralizzati e ormai non hanno più nemmeno la forza per protestare”.