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Como, il mistero di via Natta, gioiello intristito dopo la rinascita. Ma c’è chi ci crede: “E’ la strada dei servizi”

Il doppio volto di via Natta. Gente a passeggio, vetrine colorate e bar animati nel tratto conclusivo che conduce in piazza San Fedele e strada che invece sembra non appartenere a Como, nella sua prima parte, ovvero se la si imbocca da via Raimondi. Appare incredibile che in una città sempre più invasa dai turisti, dove le lunghe file per salire a Brunate o imbarcarsi per una gita sul lago sono l’abitudine e i tavolini presi d’assalto ormai la regola, ci sia una zona del centro, un tempo costellata di ritrovi storici, come il Caffè di via Natta (diventato poi Bistrot Natta), che si è andata lentamente spegnendo nonostante solo 4 anni fa vi fosse un enorme fermento dei commercianti che lavoravano per una rinascita. Basta compiere una semplice quanto breve passeggiata in questo angolo di Como per accorgersene di persona. Poche le vetrine alzate, tanti i locali vuoti e in attesa, si spera, di un futuro migliore.

La famosa desertificazione che in questi anni tante vittime ha fatto e sta facendo tra gli esercizi commerciali, in questo punto della città sembra purtroppo aver trovato terreno fertile. In stand by ormai da tempo il conosciutissimo e un tempo frequentatissimo Caffè Natta, diventato poi Bistrot Natta e chiuso da più di due anni: prima il Covid e poi la ricerca di personale sempre più difficile da reperire ne hanno, per ora, decretato la chiusura. Ma è lo stesso gestore, contattato telefonicamente, che rilancia l’attività spiegando come prosegua, seppur con intoppi, la ricerca di candidati (sulla vetrina del bar campeggia un riferimento a cui scrivere per proporsi), con obiettivo “di riuscire a riaprire entro la stagione estiva”, ha detto Mattia Gerosa.

Non c’è più neanche la storica lavanderia che per anni ha rappresentato un indirizzo fisso per tanti comaschi e ha invece fatto capolino un piccolo ufficio da dove eseguire spedizioni di pacchi e altre operazioni simili. Ristoranti e bar hanno abbandonato il campo o si sono spostati in altri punti della città, come “Babi”, che dopo sette anni trascorsi in via Natta – dove con estratti freschi da asporto e altre delicatezze avevano conquistato i comaschi – nel luglio dello scorso anno si è trasferito in piazza Perretta. Ed è proprio Barbara Doria, che insieme alla sorella Eleonora manda avanti il nuovo bistrot, a intervenire. “Non credo che ci sia un motivo particolare per la situazione in cui versa la via – spiega Barbara –. Credo piuttosto che persino le difficoltà nel gestire un’attività riuscendo anche a farla andare bene”.

Spiega: “Noi ci siamo spostati per ingrandirci, ma andavamo bene. Non c’erano problemi. Ci vogliono competenze. Ovvio che chi ha un bar in piazza Duomo non farà mai molta fatica, in altri punti prevalgono invece le capacità personali. Io stessa sto cercando di vendere la vecchia attività sempre in via Natta – prima fu lo storico ristorante “Breeze In” – ma non trovo nessuno e nessuno si fa avanti”.

Uno dei pochi punti animati e colorati è invece rappresentato dal cancello che porta allo Spazio Natta della Biblioteca Paolo Borsellino, dove fino al 13 maggio, ad esempio, saranno ospitate le opere realizzate da bambine e bambini provenienti da tutta la provincia di Como. Un’“Expo Idéale”, presente nei locali di via Natta, è infatti uno spazio creativo ispirato alla pratica artistica e alla filosofia di Hervé Tullet, artista multidisciplinare, performer e rinomato autore di libri per bambini.

Usciti dal cortile, tornati di nuovo nella via, resiste, anche se ha cambiato gestione, il locale “Tigella Bella” dove Mirko Longoni, che porta avanti l’attività con entusiasmo, non ha dubbi nel descrivere la strada come “ormai sempre più desolante e abbandonata. I motivi sono difficili da capire. Noi comunque andiamo avanti con il massimo impegno”.

Un piccolo mistero insomma quello di via Natta, parte I (cioè il tratto compreso fra via Diaz e via Adamo del Pero), anche perché siamo proprio a pochissimi passi da piazza San Fedele e comunque in pieno centro storico.

Ma c’è chi invece in un rilancio di via Natta crede e ha deciso di investire. Da circa un anno infatti è aperto un ufficio di posta privata (Posta & Co), la cui titolare Lorena Cecamore è chiara nello spiegare come forse “la via si stia trasformando in una via dei servizi. Ci sono io, c’è la scuola guida, un parrucchiere, un piccolo supermercato e più avanti tra poco dovrebbe aprire un’agenzia immobiliare, senza parlare delle tigelle che si possono gustare sempre qui da Tigella Bella. Si tratta di un punto di Como che sta a poco a poco cambiando volto ma non in peggio – ci racconta Lorena Cecamore – Non mi pare che a Como esistano vie con tutti questi servizi a disposizione. Se solo i titolari dei negozi vuoti li liberassero in modo da permettere di aprire nuove attività”. E nell’ufficio di Lorena “oltre ai servizi tradizionali, facciamo molto altro. Ad esempio aiutiamo nei servizi digitali quelle persone, magari anziane, che non hanno dimestichezza con spid, computer e altro”.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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Un commento

  1. Avevo già letto con interesse questo articolo, e ho deciso lo stesso, da agosto di quest’anno 2024 di aprire proprio in via Natta al n° 10 la mia mia piccola Gioielleria Boutique.
    Certo non è facile ma teniamo duro.
    Confido nei comaschi e nei molti turisti che comunque passano per la via.
    Sara.

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