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Como, il sindaco chiude la scuola e scoppia la protesta: “E’ per l’autosilo dello stadio, inaccettabile”, “Calcio business”, “Il cemento vince sull’educazione”

Un’esplosione di reazioni politiche dopo l’annuncio del sindaco di Como, Alessandro Rapinese, circa la chiusura della scuola Corridoni di via Sinigaglia: qui tutti i dettagli. Riportiamo le Note arrivate dalle realtà politiche della città.

PARTITO DEMOCRATICO

Rapinese chiude un’altra scuola.
Questa volta toccherà alla scuola primaria Corridoni di Via Sinigaglia. 
La motivazione ufficiale è sempre la solita: diminuzione del numero degli studenti e aumento dei costi di mantenimento degli edifici. 
Ci opponiamo con forza a questo modo di procedere che non tiene in alcun conto le esigenze delle famiglie e che dimostra come questo Comune sia in balia degli eventi e non faccia nulla per governarli. A Como non si fa nulla per frenare il cosiddetto “inverno demografico” ma si fa di tutto per incrementarlo mettendo in difficoltà le famiglie.
L’aspetto economico non può essere l’unico tenuto in considerazione da un amministratore pubblico che non è un amministratore delegato di un’azienda che deve fare profitti, ma un ente che eroga servizi pubblici, alcuni dei quali tra l’altro del tutto gratuiti, come le biblioteche, la polizia locale ed appunto la formazione scolastica. Si deve allora fare un giusto bilanciamento non solo di tutti gli interessi in gioco, ma soprattutto dei bisogni dei cittadini ai quali si deve dare una risposta.
Dove andranno gli alunni delle sezioni che ora frequentano la scuola di Via Sinigaglia? Una sezione sembrerebbe destinata a trasferirsi nell’edificio di Via Borgovico ove è ospitala la scuola secondaria di primo grado “Foscolo” e l’altra sezione? Nel caso della prima peraltro c’è una terza sezione, a riprova che dei numeri veri al Sindaco non interessa nulla, altro che inverno demografico.
Ma il sindaco vuol far veramente credere che questa decisione rientri nel piano di riorganizzazione del sistema scolastico?  Un piano di riorganizzazione presuppone uno studio attento, idee chiare e confronto con tutti soggetti del mondo della scuola e non decisioni umorali, che cambiano come cambia il vento oppure in base agli interessi che ci sono in gioco. Ricordiamo, infatti, che la scuola primaria Corridoni avrebbe dovuto accogliere (almeno in buona parte) i bambini e le bambine della primaria Sauro di via Perti che la giunta avrebbe chiuso se non fosse intervenuta il 9 luglio scorso la sentenza del Tar Lombardia 
Questa volta, la decisione della chiusura, sembra proprio finalizzata alla costruzione di un autosilo a servizio dello stadio.
Nei mesi scorsi, si ricorda un consiglio comunale del 17 febbraio 2025, Rapinese, a precisa domanda sulla chiusura della scuola per far spazio ad un autosilo aveva sempre riposto ambiguamente senza mai dichiarare che ciò non sarebbe accaduto. Ora tutto diventa chiaro: si demolisce una scuola per costruire un autosilo, oltretutto in una zona già congestionata dal traffico. 
E’ inaccettabile. 
Saremo al fianco delle famiglie contro la chiusura della scuola.
Partito Democratico di Como

FRATELLI D’ITALIA

La chiusura della scuola di via Sinigaglia è un atto di accanimento contro un presidio educativo e sociale che da decenni rappresenta il cuore pulsante del quartiere. Non troviamo altre parole per definire una scelta miope, insensibile e profondamente ingiusta. L’ipotesi di sostituire una scuola – luogo di formazione e comunità – con un autosilo non è solo un errore: sarebbe uno scandalo. Vorrebbe dire preferire il cemento all’educazione, il business alla costruzione del futuro. Un annuncio che arriva, peraltro, all’indomani del chiarissimo richiamo del Cardinale Cantoni, al quale il sindaco ha risposto con il suo stile ormai tristemente noto a tutti i comaschi. Stefano Molinari – Presidente provinciale Fratelli d’Italia

Alessandro Nardone – Coordinatore cittadino Fratelli d’Italia

ASSOCIAZIONE NOVA COMO

Sempre a vantaggio delle famiglie e di chi vive la città, queste scelte sono solo penalizzanti e senza prospettiva per il futuro. Basta con la scusa dell’“inverno demografico”: non è un alibi sostenibile né una giustificazione seria. Chiudere una scuola non significa “adeguarsi ai numeri”, significa rinunciare a presidii di comunità, togliere punti di riferimento alle famiglie, desertificare i quartieri. Se i bambini sono meno, la risposta non può essere tagliare ma rafforzare: classi a numero ridotto, tempo pieno di qualità, servizi integrati, investimenti che rendano Como attrattiva per chi vuole crescere una famiglia. Il nostro Comune dovrebbe lavorare per invertire la tendenza, non per subirla passivamente. Un’amministrazione che spegne una scuola spegne anche un pezzo di futuro della città. Penso che questa Amministrazione invece continui a presentare piani di riorganizzazione senza una visione per le famiglie.

P.s. In via Perti siamo arrivati ad 8 unità e visti i tempi sono numeri importanti perché a differenza delle altre scuole non si ha avuto la possibilità di fare un’open day e presentare un’offerta alle famiglie. Per cui adesso è importante far ripartire il ciclo e dare continuità, i numeri a parità di condizioni saranno altri.

Vincenzo Falanga

VERDI

Via Corridoni: dall’eccellenza scolastica al rischio di un nuovo autosilo?

Le ombre che da tempo aleggiavano sulla scuola di via Corridoni stanno per diradarsi, ma non per lasciare spazio a nuova luce. Si profila, infatti, un possibile destino amaro: la sostituzione di un luogo simbolo della formazione e della crescita di generazioni di comaschi con un enorme autosilo, “regalato” alle logiche del calcio-business.  Il progetto del nuovo stadio, ad oggi, non ha presentato alcun piano viabilistico credibile. E così, il rischio concreto è che l’area della storica scuola — conosciuta in città per la qualità didattica e per la bellezza dei suoi spazi, prima di essere lasciata colpevolmente andare in rovina — venga sacrificata per far posto a un parcheggio multipiano.

Uno scenario che riproporrebbe, sull’esempio dell’autosilo Pulesi, un modello già visto: residenti e cittadini, se vorranno parcheggiare, saranno costretti a farlo alle condizioni economiche che il Calcio Como deciderà di imporre. Un paradosso che trasformerebbe un bene comune, nato per la cultura e l’educazione, in un’infrastruttura privata funzionale a interessi di pochi. Di fronte a questa prospettiva, chiediamo trasparenza e chiarezza all’Amministrazione: la città non può continuare a barattare pezzi della propria storia e della propria identità in cambio di soluzioni tampone, né svendere spazi pubblici che dovrebbero essere rigenerati per il bene di tutta la comunità.

La scuola di via Corridoni merita un futuro degno della sua storia, non di essere sepolta sotto un garage di cemento.

 Elisabetta Patelli

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