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Como, ipotesi asilo Sant’Elia che torna a essere asilo: “Sciocchezza assoluta. Allora riportiamo i leoni al Colosseo”

“Sciocchezza assoluta”, al solito non le manda a dire Sergio Gaddi, consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia e in questo caso anche nella veste di critico e divulgatore d’arte.

Giusto poche ore fa pubblicavamo questo articolo: Il presidente nazionale del Fai: “Ma quale museo, l’asilo Sant’Elia di Como deve tornare a fare l’asilo”. E no, a Gaddi non è piaciuta l’uscita, in un ideale (e decisamente inedito) asse con il sindaco di Como Alessandro Rapinese ha spiegato perché Sant’Elia non deve tornare asilo.

Ecco il Gaddi pensiero:

Ho ascoltato, con un certo sconcerto, le parole del presidente nazionale del Fai che a proposito dell’asilo Sant’Elia, giustamente citato come capolavoro di Terragni, immagina di riportarci i bambini perché un asilo è un asilo, e quella è la sua funzione.

Certo, come no. Anche il Colosseo è un anfiteatro, prima di essere un monumento, perché non ci rimettiamo i leoni? Anche Pompei è prima di tutto una città, perché non andarci a vivere, mantenendo ovviamente aperti tutti i suoi lupanari?

Battute a parte, l’idea mi sembra una sciocchezza assoluta, perché forse il presidente ignora che per rimetterci i bambini l’asilo andrebbe stravolto per adeguarlo alle attuali normative di edilizia scolastica e sicurezza.

Che hanno molto poco di artistico e porterebbero il povero asilo a perdere completamente la perfezione funzionale ed estetica voluta da Terragni negli anni Trenta. Sarebbe una inaccettabile violenza culturale, irrispettosa e inutile. Essere un museo moderno, soprattutto di se stesso, significa essere luogo di ricerca e di trasmissione del sapere e anche di svago, sopratutto verso i bambini che potrebbero finalmente andare a visitarlo, casomai proprio in occasione delle giornate del Fai.

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