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Como e Lipomo, “spese pazze” con conti e carte della Croce Rossa: nei guai l’ex presidente e un dipendente

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como ha eseguito oggi un Decreto di sequestro preventivo (anche per equivalente) finalizzato alla confisca emesso dal Giudice per le Indagini preliminari su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti dell’ex Presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di Como e legale rappresentante dei comitati locali di Como e Lipomo, nonché di un dipendente amministrativo presso il Comitato Croce Rossa Italiana di Como.

Le indagini sono state avviate a seguito delle criticità finanziarie apparse in diversi articoli apparsi su La Provincia tra gennaio e febbraio 2020 a firma di Paolo Moretti che hanno causato il commissariamento dell’Organizzazione di volontariato Croce Rossa-Comitato di Como. L’analisi dei flussi finanziari dei conti correnti del comitato di Como della Croce Rossa, che operava in regime di convenzione con l’Agenzia Regionale Emergenza-Urgenza (AREU) per l’esecuzione di servizi di interesse pubblico in ambito sanitario – ha quindi portato all’avvio delle indagini nei confronti dei due indagati per episodi di appropriazione di risorse di proprietà della Croce Rossa, qualificate come peculato, sulla base di alcune pronunce della Corte di Cassazione da cui si desume che la Croce Rossa Italiana è un ente pubblico non economico e che i suoi dipendenti sono ritenuti dipendenti pubblici.

In particolare (fatta sempre salva la presunzione d’innocenza):

– l’ex Presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di Como e legale rappresentante dei comitati locali di Como e Lipomo, nel periodo intercorrente tra il 2015 ed il marzo 2020, avendo la disponibilità di risorse finanziarie della Croce Rossa in ragione del proprio ruolo all’interno dell’associazione, è accusato di essersi appropriati di 134.873 euro

– disponendo l’erogazione a proprio favore di somme di denaro, depositate su conti intestati al Comitato Croce Rossa Italiana della provincia di Como ed alla Croce Rossa di Lipomo su cui era abilitato ad operare, a titolo di rimborso di spese asseritamente sostenute ma non riconosciute o non documentate

– disponendo, con capitali della Croce Rossa, l’acquisto a prezzo maggiorato di automezzi destinati alle finalità dell’ente, facendosi riconoscere da parte della società venditrice di tali mezzi o dalla controllante di questa le somme pagate in eccedenza da Croce Rossa Italiana Como quale sconto per l’acquisto di autovetture per sè e per la propria moglie

– utilizzando indebitamente una carta di credito collegata ad un conto corrente intestato al Comitato C.R.I. della provincia di Como

– utilizzando indebitamente buoni pasto emessi dalla Croce Rossa per i propri dipendenti

– vendendo a privati, dopo aver provveduto ad intestarli a sè, due mezzi originariamente in dotazione ai Vigili del Fuoco e da questi donati al Comitato di Como della Croce Rossa.

Il dipendente amministrativo è accusato di essersi appropriato di 17.178 euro di proprietà della Croce Rossa di Como utilizzando indebitamente una carta di credito collegata ad un conto corrente intestato al Comitato C.R.I. della provincia di Como.

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3 Commenti

  1. Povera Croce Rossa Italiana, anche lei travolta dalla “furbizia” e cupidigia di chi avrebbe dovuto migliorarla e farla crescere. Non ho parole!

  2. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como ha effettuato un ottimo lavoro. Forse qualche nome di indagati potevate anche stamparlo…
    La Croce Rossa Italiana dal lgs 28 settembre 2012 n. 178 ha operato come ente di diritto privato. In tale qualità “certi” suoi Responsabili anche locali hanno agito come dominus incontrastati facendo il bello e cattivo tempo…
    Tra i casi strani ho appena visto (passato presente… ma forse nemmeno passato) l’assunzione a tempo indeterminato di personale senza i requisiti (personali, sociali e altro …) solo perché avevano parentele politiche importanti.
    Ora secondo la Cassazione l’Ente ricadrebbe nel diritto pubblico e i suoi dipendenti sarebbero perciò dipendenti pubblici.
    E questi quasi dieci anni dove “Qualcuno” ha fatto il satrapo orientale… tutto finisce in tarallucci e vino… VERGOGNA…
    Tanti volontari onesti, seri, sempre presenti tutti nel “calderone infernale”…
    Onore ai volontari …
    Carcere ai colpevoli…
    .

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