“Oggi parliamo di organico, risorse, trasporti. Ma di bambini?”.
A pochi giorni dalla riapertura delle scuole tra mezzi di trasporto insufficienti e corsi di recupero annullati di fronte alla mancanza di indicazioni certe (come sta succedendo in alcuni istituti cittadini), Marzia Luzzini, dirigente dell’associazione Scuola Montessori di Como, riporta al centro del dibattito quello che dovrebbe essere il vero obiettivo di ogni decisione da prendere in questi giorni: il benessere degli studenti.
E lo fa forte del pensiero di Maria Montessori, la pedagogista, educatrice e medico nota in tutto il mondo per il suo rivoluzionario metodo educativo, della quale tra pochi giorni si celebreranno i 150 anni dalla nascita.
Perché, a differenza di chi ha deciso di non riaprire anticipatamente, o di chi riaprirà lunedì ma solo per i corsi di recupero degli studenti con voti insufficienti, le scuole Montessori comasche riapriranno le porte in nome del benessere dei ragazzi, semplicemente.
“Ci tengo a sottolineare che non è una ripresa didattica, è una ripresa per far conoscere l’ambiente, le modalità e i nuovi percorsi con calma. Vogliamo iniziare prima per garantire un ambientamento e una riappropriazione dello spazio con tempi distesi e con modalità diverse per le varie fasce di età – spiega la dirigente – inizieremo con il nido il 1 di settembre, il 3 con la scuola dell’infanzia, il 9 con i remigini delle prime ma anche con i bambini delle seconde della primaria, che hanno subito forse più di tutti il brusco lockdown a metà anno scolastico. Il 10 e l’11 entreranno le quarte e le quinte della primaria e le classi della secondaria e dal 14 la scuola riprenderà regolarmente”.
E mentre altrove si trasformano le palestre in aule e si ipotizzano micro-banchi a rotelle per strappare ogni centimetro utile a classi (notoriamente) pollaio, il genio e la sensibilità di Maria Montessori per il benessere dei ragazzi già un secolo fa avevano ideato spazi e metodi didattici che oggi permettono di affrontare le regole di distanziamento con una serenità invidiabile: “Le nostre classi non hanno mai superato i 20 alunni, sono ampie, hanno tutte vetrate sul giardino, e secondo il metodo Montessori, gli insegnanti sono già abituati a far lavorare i bambini all’aperto quindi non abbiamo problemi di distanziamento – spiega Luzzini – inoltre la mensa è da sempre svolta in classe quindi da noi il problema di ricavare nuovi spazi non si pone”.
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Nessun problema anche per il trasporto, da sempre garantito da due scuolabus: “Non sono mai stati pieni al 100% e non dovrebbero esserci particolari problemi, soprattutto considerando che i fratelli possono sedersi vicini – spiega – monitoreremo la situazione e troveremo man mano le soluzioni opportune”.
Noi parliamo oggi della scuola del fare, di personalizzazione dell’insegnamento, di rispetto dei tempi e sembra di parlare di modernità ma questi erano pensieri che Maria Montessori aveva già espresso – conclude la dirigente – i cardini del nostro insegnamento sono il bambino, l’ambiente e il maestro. Il primo è il bambino, nulla di più”.