Tutti a dire ‘salviamo il capolavoro raizonalista di Como’, ma poi alla prova dei fatti poca partecipazione dei comaschi e grande amarezza. E’ la sintesi del duro – ma oggettivamente incontestabile – intervento dell’assessore alla Cultura di Palazzo Cernezzi, Enrico Colombo, sull’asilo Sant’Elia, magnifica architettura di Giuseppe Terragni chiusa dal 2019 e da allora vanamente alla ricerca di un recupero (il cantiere originario, anni fa, è rimasto abbandonato nemmeno a metà) e di un nuovo futuro. Resta, però, la ferita di una città forse troppo fredda sui destini dell’asilo, a dispetto delle tante professioni d’amore e attaccamento.

“Il comune di Como ha 85mila residenti – ha affermato l’assessore in consiglio comunale, nell’ambito della discussione sul Dup – ma di questi meno di 7mila hanno trovato 10 secondi della loro esistenza per mettere clic alla campagna ‘Luoghi del cuore’ del Fai. Questo già di per sè è un dato umiliante anche perché l’asilo è stato chiuso nel 2019, dal 2019 se ne dibatte, tanto anche nell’ultima campagna elettorale, ma alla prova dei fatti la nostra comunità si dimostra distratta e non aggiungo altre parole”. Forte, dunque, il rammarico di Colombo.

“Obiettivo dell’amministrazione, vista la disaffezione verso questa architettura e più in generale verso il patrimonio culturale cittadino – ha proseguito l’assessore della giunta Rapinese – questa amministrazione, dal 2004, in collaborazipne con le principali realtà che hanno a cuore il Razionalismo, ha intrapreso una serie di azioni per iniziare a restituire la struttura e farla vivere realizzando eventi, conferenze e convegni per far sì che fosse più partecipata”.

“Il tema che si pone all’attenzione dell’assessorato – ha concluso Colombo – è far rivere la struttura. Una volta che avremo raggiunto il più ampio consenso, con la cittadinanza che la possa vivere, ragioneremo su un progetto più ampio di recupero. Nel Dup è già citato un primo intervento ossia il rifacimento dei tendaggi origjnali del Terragni: può sembrare semplice ma non è così”.