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Como, sogno d’architetto nella storica area dismessa: “Piazza, verde laghetto e (pochi) parcheggi”

Era il 22 marzo 1982, quarantadue anni fa, quando il Consiglio Comunale di Como, sindaco Antonio Spallino, votò per l’acquisto della Ticosa. L’obiettivo dell’operazione? Far sì che quello spazio pressoché unico di 41 mila metri quadri, fosse messo a disposizione della città. E sono passati quasi vent’anni da quella sera del 2007 quando, tra discorsi e fuochi d’artificio, l’allora sindaco Stefano Bruni “liberò” la città dal ricordo fisico di quel glorioso passato industriale abbattendo gli edifici della vecchia tintostamperia.

Da allora l’elenco dei sogni e dei progetti falliti si è allungato di anno in anno, tra cessione ai privati e scoperta dell’amianto nel sottosuolo, appalti di bonifica cestinati, bandi sbagliati e tanti, tantissimi progetti rimasti solo sulla carta. Fino all’ultimo, presentato all’inizio di quest’anno da Acinque, per la realizzazione di un maxi parcheggio da quasi mille stalli (tra auto, bus, camper e biciclette) con un impianto fotovoltaico, verde e un hub commerciale (ma senza comprendere il recupero delle Santarella). Il tutto per 27 milioni di euro di cui quasi due terzi a carico del Comune e i restanti a carico di Acinque, oltre a 30 anni di concessione sia del parcheggio che degli spazi commerciali, proventi del fotovoltaico compresi. Un piano finanziario che ha destato qualche perplessità da più parti tanto da spingere lo stesso Comune, dopo gli entusiasmi iniziali, a chiederne un aggiornamento alla società.

E mentre si attende la nuova proposta di Acinque, c’è chi coglie l’occasione per ricordare che, forse, potrebbe valere la pena dare un senso diverso al sogno di donare la Ticosa alla città che era nelle intenzioni di chi la acquistò. A farlo è l’architetto comasco Ado Franchini che rispolvera una sua proposta presentata nel 2022 da Civitas, a cui è da tempo vicino, il progetto “Ticosa Felice 2030”.

Architetto, cosa prevedeva il suo progetto?
Sto ancora raccogliendo dati aggiornati sui flussi viabilistici, che non sono fatti solo di auto ma anche di biciclette e pedoni, e sul numero di parcheggi attualmente esistenti in città e in fase di realizzazione, ma credo che questo non modificherà in maniera sostanziale la mia idea di due anni fa, ovvero quella di uno spazio che contenesse un insieme di funzioni e di servizi multigenerazionali per la città, per il tempo libero, per il presente, ma soprattutto per il futuro.

In concreto cosa immaginerebbe, quindi?
Il progetto preliminare che avevo presentato prevedeva parcheggi per circa 230 posti, verde pubblico con un laghetto alimentato dalle rogge che già attraversano l’area, dei possibili orti urbani, spazi e sedi per circoli anziani, magari ricostruendo qui i campi da bocce persi con la chiusura della Combattenti. E poi, una piazza per un mercato di quartiere o attività collettive di diverso tipo, campi da basket, calcetto, tennis e uno skatepark, magari gestiti dalle stesse associazioni di anziani come già avviene in diverse città europee in una commistione tra generazioni che può essere solo positiva. E, in quest’ottica, residenze per giovani ma anche per anziani autosufficienti e laboratori su modello ComoNext per aziende innovative. E la Santarella sarebbe diventata uno spazio a disposizione dell’Università e del Museo della Seta con sale per convegni ed esposizioni.

Un progetto impegnativo. In quanti anni immaginava potesse essere realizzato?
Sarebbe un progetto da realizzare in diverse fasi, per un totale di circa 6-8 anni.

Secondo lei prevedere praticamente solo posti auto, come vorrebbe Acinque, è un errore per una città affamata di parcheggi come Como?
Assolutamente sì. La Ticosa è un bene così prezioso per la città che non può essere ridotto solo a questo. Capisco che il tema parcheggi possa fare molta presa sui cittadini, così come l’idea di liberarsi finalmente di un problema così annoso come quello di quest’area, ma il futuro di una città non si gioca sui parcheggi ma sui servizi di cui hanno bisogno i suoi abitanti. Le maggiori città europee si stanno orientando verso spazi sempre più a disposizione delle persone e noi, invece, continuiamo a ripeterci che è impossibile trovare soluzioni diverse senza ricordarci che i problemi di Como non sono dati solo dal traffico.

La carenza di parcheggi resta, però, un problema oggettivo della città.
È vero, e infatti anche il mio progetto ne prevede la realizzazione, ma l’idea di concentrare un migliaio di auto in un maxi parcheggio in città è anacronistica. Ci sono soluzioni efficaci come le monorotaie sopraelevate per tenere le auto lontane dal centro che molte città stanno adottando da decenni e che noi neanche prendiamo in considerazione.

Una soluzione come quella proposta da lei, invece, che soluzioni potrebbe offrire alla città? Con quali prospettive?
Sarebbe un posto felice per tutti i cittadini, in cui incontrarsi, fare sport, rilassarsi, organizzare eventi, ma anche offrire opportunità ai giovani che, altrimenti, avrebbero pochi motivi per non andare a vivere altrove e, non ultimo, agli anziani ai quali la città offre davvero pochissimo. E sarebbe anche un’alternativa al lungolago, ormai monopolio dei turisti Tutti benefici immediati e tangibili ben diversi dal ritorno economico di un parcheggio che, oltretutto, allo scadere della concessione trentennale tornerebbe al Comune come un ammasso di pannelli fotovoltaici vecchi e da smaltire.

Si aspetta che l’attuale amministrazione comunale possa prendere in considerazione una proposta come questa? Dopotutto che la Ticosa diventasse un parcheggio con pannelli fotovoltaici era al primo punto del programma elettorale del sindaco.
È vero, ma Rapinese è il sindaco anche di chi non l’ha votato e mi piacerebbe che si potesse discutere del futuro della Ticosa con i cittadini prima di prendere decisioni da cui poi non si potrà più tornare indietro. E spero anche che la città si svegli e smetta di accettare anche di rimetterci, pur di liberarsi dei problemi. Questa è l’ultima area strategica che abbiamo a disposizione ed è stata acquistata dalla città come investimento sul proprio futuro e sulla qualità della vita di chi la abita, non perché ne ricavassero benefici economici gli altri.

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19 Commenti

  1. Se la gestione futura di questo sogno sarà possibile e solvibile ben venga. Parere di una ultra ottantenne che lamenta la mancanza di servizi e una adeguata aggregazione sociale

  2. I 230 posti auto previsti nel progetto saranno occupati (e in buona parte riservati) da chi, in loco, lavorera’ quotidianamente. In definitiva, nuovi parcheggi, nessuno.
    L’opportunità di realizzare piani interrati non viene presa minimamente in considerazione, pur senza spiegarne il motivo. Perché ?
    Le bonifiche realizzate forniscono garanzie sino ad 1,5 metri di profondità. Oltre persiste l’incognita amianto. E nessuno vuole rischiare.
    In conclusione, qualsiasi soluzione si scelga, rimane un gran regalo ai soliti noti, con allegato un bel finanziamento pubblico.
    Buona fortuna !

  3. I 230 posti macchina previsti nel progetto serviranno (e saranno in buona parte riservati), a chi, in loco lavorera’.
    In conclusione, nuovi parcheggi, nessuno !
    La possibilità di realizzare piani interrati, utilizzando l’area in modo assai più opportuno, non viene presa in considerazione, pur senza spiegarne il motivo. Infatti le bonifiche realizzate forniscono garanzie soltanto sino ad 1,5 metri di profondità. Oltre rimane l’incognita amianto e, nessuno vuole rischiare. Un vero sperpero e un gran regalo ai soliti noti, con allegato finanziamento pubblico.
    Buona fortuna !

  4. Se i cittadini, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, le associazioni sportive e culturali della città volessero impegnarsi davvero nel pretendere quello che davvero serve a migliorare la vita della città, dei giovani e degli anziani di Como, la Amministrazione non potrebbe ignorare le loro richieste: ma bisogna essere solidali e farsi sentire!! Perché non costitute un comitato Ticosa Felice per la Città?
    Io sono disponibile, cominciamo subito!

  5. È sorprendente che dopo le proposte di “Amici di Como”, di “Lega Ambiente”, dell’arch.Franchini e le tante idee di altri architetti e professionisti, si arrivi a realizzare un’opera commissionata da un’azienda di servizi che ha l’unico scopo di capitalizzare cospicui guadagni. Come è possibile che Milano dai ruderi della fabbrica dell’ABB ha creato il quartiere di Porta Nuova, piazza Gae Aulenti, grattacieli e altro; Bergamo dalla Caserma Montelungo ha creato un collegio universitario; mentre Como dopo 50anni dalla chiusura della Ticosa è solo in grado di produrre un assolato parcheggio munito di pannelli fotovoltaici? Solo perché il mantra dei parcheggi era presente nel programma elettorale di uno schieramento che al primo turno ha preso poco più di un quarto dei voti arrivando al ballottaggio al fotofinish? Oppure, perché a Como si fa solo quello che conviene a chi fa turismo, a chi fa commercio, a chi fa il costruttore e non si fa mai nulla di bello per chi ci abita?

  6. Cominciamo a ” mandare un messaggio” alla società che avete nominato boicottando le loro offerte e passando ad altri (piu vantaggiosi nella maggior parte dei casi).
    Magari qualcuno potrebbe ravvedersi.

  7. Mi sembra un progetto mille volte meglio e più proiettato verso il futuro e verso la città della spianata- parcheggio … io considererei sempre anche lo spostamento del mercato mercerie. E prendere ad esempio altre città europee non è ‘scimmiottare’ ma farsi ispirare. Ho visto cittadine francesi dove si sono create piazze con spazi di terra battuta rove giocare a bocce…. Perché non proporre ai cittadini un civilissimo referendum con 2-3 proposte progetto da votare?

      1. Non dica stupidaggini! S’informi meglio. L’area Ticosa è stata bonificata quasi interamente. L’amianto (inteso come frammenti di eternit misti a terreno e macerie) è concentrato in una minima parte che rappresenta forse meno del 10% dell’intera estensione.

        1. La bonifica completata scavò per due metri. Lei garantisce che se scavassero per otto-dieci metri (per fare il parcheggio interrato) non troverebbero nulla di velenoso da bonificare? Sotto una ex tintoria di inizio secolo scorso? Vorrei avere la sua fiducia. 🙂

  8. Col senno di poi, era meglio tenerla in piedi. Almeno potevamo farci una location per film d’azione, o magari per il paintball, e poi vuoi mettere, sarebbe venuti tutti a farsi un selfie, come vanno a Consonno… maledetto Bruni! 🙂

    1. Certo che era meglio tenere e ristrutturare l’edificio a C , 25.000 mq di nostra proprietà, nel quale si sarebbe portato fare qualunque cosa: con i miei studenti abbiamo fatto almeno 5 tesi di laurea che dimostrano la flessibilità e le potenzialità dello spazio industriale recuperato .
      Ad esempio si sarebbe realizzato ComoNext, che invece abbiamo realizzato a Lomazzo, nella ex Somaini.
      Ma eravamo andati a parlarne alla Amministrazione di Como, nel 2006, e ci avevano riso in faccia.

  9. Sarebbe utile che anche l’architetto Franchini, prima ancora che col Sindaco del Nulla, si confronti con chi è in grado di proporre e gestire soluzioni e spazi di vita per le famiglie, i disabili, gli anziani, affinchè la ticosa possa diventare un vero modello di avanguardia cittadina senza dover per forza scimmiottare soluzioni presenti in altre città europee!!!

  10. Questo progetto mi appare assai più lieto della spianata di parcheggi ideata da Acinque, anche perché ricordiamoci che i parcheggi le macchine le attirano, non le allontanano.

    Sono molto favorevole inoltre a fornire quei servizi e quegli spazi, anche per le attività all’aria aperta, che possano favorire l’aggregazione sociale, sopratutto per chi può avere difficoltà ad allontanarsi dalla città (gli anziani, per esempio, perché i giovani e gli sportivi già raggiungono in pochissimo tempo i monti, i boschi e le acque che circondano la città.)

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