Prima la chiusura di quattro ex circoscrizioni, ora la decisione della Giunta Rapinese di aumentare dalle 10 alle 30 volte il contributo dovuto dalle associazioni comasche: le proteste delle associazioni fioccano. E mentre in Consiglio comunale si accende lo scontro politico, le voci dei gruppi che occupano gli spazi rappresentano la loro preoccupazione. In tal senso è significativa la spiegazione di Francesco Lopez, dell’associazione anziani “I ragazzi della terza età”, che da anni occupa, in certi giorni e orari, le sale di via Grandi dell’ex circoscrizione 6.
“Quanto sta accadendo è assurdo – dice Lopez – la volontà di aumentare la cifra da pagare è incomprensibile. Il nostro può essere equiparato a un vero servizio per la comunità. Qui vengono per lo più persone anziane o sole a passare il tempo. Mettiamo la musica, ballano. A volte viene un musicista a suonare dal vivo. Se dai 25 euro che davamo si dovrà passare a oltre 100, come pare, per noi è come dover decidere di smettere. Abbiamo dei costi per l’assicurazione obbligatoria, per la Siae e altro. Dovremo allora magari rinunciare al musicista. Insomma ci sembra eccessiva questa trasformazione anche perché poi a pagarne gli effetti saranno i nostri soci che oggi sono più di 100”. Rammarico che adesso dovrà portare a una rapida decisione. “Entro breve ci ritroveremo in assemblea per capire come fare e soprattutto cosa fare. Va anche detto come noi nel corso degli anni abbiamo contribuito a mantenere la sala in buone condizioni, abbiamo fatto dei lavori. Così facendo si impedisce la socialità, si spingono le persone a rimanere a casa”, chiude Lopez.
Preoccupata anche Gabriella Bonanomi dell’Auser che ha però al suo interno anche il Gruppo “Camminare fa bene e diverte”. “Da un anno siamo sistemati nel centro civico di Camnago Volta. Abbiamo una saletta perfetta per ospitarci. Inoltre siamo all’ingresso del Plis del Cosia e da qui si parte per delle splendide passeggiate che organizziamo periodicamente. Quindi per noi è l’ideale. Sembra però addirittura che questa sala chiuda definitivamente. Ciò, è ovvio, rappresenterebbe un problema – spiega – in più aggiungo che forse il Comune dovrebbe rivedere meglio l’organizzazione. Potrebbe magari prevedere, per quelle associazioni che usano per tanti giorni e per molte ore le sale, anche delle quote più alte. Sarebbe utile forse poter diversificare, in base alle richieste e alle esigenze, tariffe e spazi. Ovviamente per quelle associazioni o gruppi che fanno esclusivamente del welfare forse andrebbe fatta prevalere la funzione sociale e la gratuità dei posti da poter utilizzare. Anche perché, ad esempio, a Camnago Volta, con la nostra presenza, così come anche quella di altre organizzazioni, si ottiene anche l’obiettivo di rivalutare il quartiere, di tenerlo vivo e non farlo spegnere. Insomma si ha anche una funzione sociale”.
Ma qui incombe anche la chiusura vera e propria del centro civico. “Così sembra. Non abbiamo avuto più informazioni in merito. Anche se ci è stato proposto un trasferimento a Sagnino, per noi impraticabile. Non è funzionale e sarebbe troppo costoso”, chiude Gabriella Bonanomi.
Incertezza e necessità di comprendere anche da parte di Chiara Bedetti di Legambiente. “Noi, in media una volta al mese, usiamo la sala della circoscrizione di Como centro in via Collegio dei Dottori. Effettivamente con il nuovo bando e le nuove disposizioni che sembrano essere previste, come l’aumento delle quote, c’è apprensione e confusione. Siamo in attesa di capire per poter poi decidere, come Legambiente, cosa fare in concreto. Forse andrebbe sviluppata l’idea di far pagare in base alla tipologia di utilizzo che si fa delle sale, in base alle ore o in base alla natura dell’offerta. Il rischio altrimenti è di penalizzare le associazioni che hanno un bilancio annuale inferiore a 2mila euro, ovvero le realtà minori. Il rischio è che si eliminino dei veri presidi del territorio. Inutile poi allora parlare di desertificazione delle città”.
Un’ultima voce è quella di Fernanda Donchi che presiede, nel centro di Albate, il “Tribunale per i diritti del malato” di Como: “Siamo in attesa di capire cosa accadrà. Abbiamo ovviamente sentito di questi possibili cambiamenti. Noi siamo una piccola realtà e abbiamo bisogno di un piccolo spazio. Comunque abbiamo presentato tutta la documentazione e attendiamo per poter fare una valutazione”.
Ancora venerdì scorso, in diretta a Etv, il sindaco Alessandro Rapinese ha risposto così alle proteste: “Una storia stucchevole e insopportabile. Non è cambiato nulla per chi ha un giro d’affari sopra i duemila euro. Per chi è sotto, c’è solo un concorso alle spese. Stiamo parlando di un utilizzo per 52 volte all’anno per un costo medio di 20-40 euro. E se c’è un’associazione che usa 52 volte una sala, magari con 30 persone, e deve concorrere a pagare le spese con qualche centesimo di euro, [la protesta] è assolutamente stucchevole”.
5 Commenti
per lo sceriffo rapinese, ogni protesta è stucchevole. (Colt 45)
La democrazia, quella di base, vorrebbe che gli spazi pubblici siano liberamente accessibili al mondo associazionistico, soprattutto se senza scopo di lucro.
Mi sono fermato alle proteste della prima associazione.
Aumento da 25 a 100 euro.
Abbiamo.i costi tot, i costi tot altro, un rincaro insostenibile per i soci.
Poi leggi che hanno più di 100 soci…
Caspita! Un euro scarso in più a testa…
Appunto, che bisogno ha il comune di Como di questi spicci, quando non sanno spendere i milioni che hanno in cassa?
Che strano! È corretto usare il criterio del “giro di affari” per un Associazione? Non sarebbe più opportuno usare criteri quali il numero di iscritti o gli obiettivi sociali che l’Associazione si prefigge? E poi, se queste Associazioni finissero per abbandonare i locali, quale uso ne farebbe il Comune? Lascerebbe gli immobili in stato d’abbandono come altri stabili di proprietà comunale e ormai ridotti a ruderi? Un suggerimento a Rapinese Sindaco. Indaghi su come gestiscono altri Comuni queste situazioni. Vedrà che per le Associazioni è più doloroso pagare di più, piuttosto che prendersi in carico le attività di pulizia e manutenzione dei locali. In altri termini, la concessione in comodato d’uso dei locali con l’impegno che le Associazioni in condominio si occupino delle pulizie, della manutenzione degli stabili e degli oneri previsti. Nulla di personale ovviamente, sono solo suggerimenti. 😊