Nel dialetto pugliese “mangiare a casa 28” significa trovarsi a tra amici o parenti per condividere un pasto tutti insieme. “Il 28 del mese si prendeva lo stipendio e ci si poteva permettere di invitare ospiti a casa” spiega Francesco Palermo, che su questo concetto ha modellato il suo locale in via 5 Giornate. a Como. ribattezzandolo proprio “Osteria Casa 28”.
Il locale, lanciato lo scorso maggio dopo quasi due anni di cantiere, è l’ultimo dell’ ”ondata pugliese” che ha investito la città negli ultimi anni con i sapori e le tradizioni del Sud e che non accenna a diminuire di intensità, con nuove e prossime aperture.
“Sono arrivato a Como 9 anni fa, dopo una carriera nella ristorazione a Milano e ho aperto la Taverna dei Pescatori in via Volta – racconta Francesco – poi ho immaginato questo locale, il secondo. Ho voluto costruirne ogni centimetro con materiali provenienti dalla Puglia. Con la stessa cura seleziono personalmente i prodotti che serviamo”.
Mentre, all’ora di pranzo, le comande escono con frenesia dalla cucina, chiediamo al titolare di Canosa di Puglia, perché i comaschi amino così tanto la tradizione pugliese.
“In sei mesi abbiamo fatto 16mila coperti. Le persone amano le cose fatte come a casa, come se fossero preparate dalla loro madre – risponde, mentre ci accompagna in un piccolo tour delle cucine dove Luis sta preparando una costata di cavallo ai ferri – oltre a trovare specialità tipicamente della nostra terra difficili da recuperare qui”.
Non molto lontano, “Crianza”, il ristorante di Cristino de Cillis, in via Borsieri, è immerso nel brusio di avventori e nello rumore metallico di posate.
“Molti comaschi visitano la Puglia e rimangono affascinati dai sapori e dalla cultura – spiega Cristino, 54 anni, originario di Ostuni, che ha aperto il suo locale tre anni fa, dopo un ventennio come gestore de “Il Giardino” di Cernobbio – quando tornano poi hanno ovviamente voglia di rivivere quelle emozioni e sensazioni e quindi vengono da noi”.
Proprio con l’idea di offrire una esperienza pugliese “totale”, racconta il titolare che progetta l’apertura di un bistrot pugliese dal nome “La mala Crianza”, l’attenzione per le materie prime è fondamentale: “Scelgo personalmente quello che va a comporre il nostro menù che viene variato ogni mese nel pieno rispetto della tradizione. A differenza di molti altri ristoranti, offriamo una ampissima gamma di prodotti provenienti da tutta la regione. I nostri vini, ad esempio possono venire da Nardò o dal Gargano ma saranno sempre microproduzioni pregiate da 5mila bottiglie”.
Uscendo dalle immediate vicinanze del centro l’universo gastronomico della Puglia è cristallizzato in due alimentari specializzati in prodotti tipici del “tacco” dello stivale. Nel 2012 Graziana Sciacovelli ha aperto la gastronomia pugliese “Di Puglia un po’” in via Borgovico con l’idea di offrire un’alternativa a chi vuole godere dei sapori della regione sempre – non solo al ristorante.
“Quando mi sono trasferita a Como per motivi familiari ho avuto l’intuizione di aprire una bottega che mi tenesse legata alla mia terra e che potesse, allo stesso tempo, soddisfare chi apprezza la vera cucina tradizionale – racconta la proprietaria, le cui radici affondano in quel di Bari – qui è tutto pugliese Doc”.
Ma il cibo del profondo Sud non ha stregato solo i comaschi. A Ponte Chiasso, “L’angolo dei sapori” che, strategicamente a portata di frontiera, ha tanti fan svizzeri in cerca di prodotti tipici pugliesi. Infine, un nuovo locale si appresta ad aprire i battenti a Como, con l’ambizione di portare la tradizione del Sud, qui al Nord. Chi, in questi giorni, si è trovato a passeggiare per via Dante avrà infatti notato un cartellone che annuncia l’imminente apertura de “La Puglia è servita”.
Insomma, l’amore (ricambiato) per la Puglia e l’appetito dei comaschi per il buon cibo sembra ben lontano dell’estinguersi.