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Stadio, vi sveliamo la concessione: 12 anni, il sintetico vale mezzo milione, canone a 95mila euro in caso di Serie A

E dunque eccola la concessione dello stadio Sinigaglia al Como 1907 per i prossimi 12 anni. Si tratta di una delibera di giunta, che contiene tutti gli elementi fondamentali di ciò che entrambe le parti devono sottoscrivere (cosa finora non avvenuta).

Proprio ieri, peraltro, uno dei cardini dell’intesa Comune-società, ovvero l’impegno del Como per realizzare un campo in sintetico, è stato posticipato al 2021. Un fatto intercorso dopo che la giunta di Palazzo Cernezzi aveva comunque approvato la delibera, ma intanto è emerso il costo ufficiale stimato per il cambio del terreno: 500mila euro, da qui dunque la decisione dell’amministrazione di assecondare la richiesta di concessione lunghissima a favore di Gandler e soci.

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Vediamone dunque i dettagli. Confermato ovviamente il lasso temporale della concessione: 12 anni. Ma per farne cosa? Lo dice il testo approvato da Landriscina e dagli assessori comunali: “Il complesso immobiliare potrà essere utilizzato dalla Concessionaria (la società, ndr) per l’organizzazione e lo svolgimento di manifestazioni calcistiche, ivi compresi gli allenamenti e attività collaterali connesse all’attività sportiva”.

E ancora:

  • La Concessionaria dovrà provvedere a propria cura e spese alle verifiche e quant’altro necessario per garantire l’agibilità delle porzioni concesse;
  • la Concessionaria potrà organizzare, in numero non superiore a sette per anno, eventi, attività ricreative, culturali, convegnistiche, commerciali e/o di spettacolo;
  • il Comune concedente si riserva la facoltà di utilizzare gratuitamente lo stadio per lo svolgimento nel corso di ogni anno di 5 manifestazioni promosse nell’ambito della propria attività istituzionale;
  • la Concessionaria è autorizzata a porre in vendita all’interno dello stadio, direttamente o tramite terzi, materiale tecnico, sportivo e/o di merchandising, ferma restando l’acquisizione dei permessi di legge e regolamentari, nonché il rispetto delle condizioni eventualmente stabilite da parte dell’UTC/Opere Pubbliche e dalla competente Commissione provinciale di vigilanza.
  • La messa a norma del locale per l’utilizzo in questione e l’adeguamento della SCIA è a carico della Concessionaria”.

Per quanto riguarda le cifre, “il canone annuo richiesto nella situazione attuale è di 41.800 euro”. Una cifra destinata eventualmente a salire in caso di promozioni del Como: “Qualora il Como 1907 ottenga la promozione al campionato di Serie B, il Canone sarà automaticamente adeguato, nella misura di 58.800 euro; in caso di di Serie A, il canone sarà automaticamente adeguato, nella misura di 95.800 euro”.

Capitolo manutenzione.

Quella ordinaria “degli immobili, degli impianti e delle attrezzature dello stadio comunale, ivi compreso l’impianto di illuminazione, dovranno essere eseguiti a cura e spese della Concessionaria”, che “dovrà provvedere a propria cura e spese ai collaudi statici annuali sulle strutture metalliche (tribune, parapetti, pensiline ecc.) nonché a verifiche mensili sulla funzionalità e l’idoneità di tutto il complesso, oltre all’esecuzione e manutenzione delle opere che venissero richieste dagli organi preposti al rilascio dell’agibilità e per il miglioramento delle condizioni di sicurezza dell’impianto (Ministero dell’Interno, VV.FF., C.P.V.e F.I.G.C.) e a quant’altro previsto dalle norme vigenti e future in tema di sicurezza e di esercizio di impianti sportivi”.

Il documento impegna anche la società “a presentare al Comune, entro 6 mesi dalla stipula della presente concessione, un progetto complessivo delle opere necessarie al fine di adeguare l’impianto ai requisiti richiesti per le categorie A e B in termini capienza minima, sicurezza e agibilità imposti dalla FIGC, o comunque dalle autorità sportive competenti”.

“Qualora la prima squadra ottenga la promozione al campionato di Serie B o di serie A – si legge ancora – le parti si impegnano secondo buona fede a rivedere le condizioni della presente concessione e a valutare, alla luce dell’entità delle opere da realizzarsi, il riconoscimento di quota parte degli oneri sostenuti in conto canone”. Tradotto: possibili sconti per Gandler.

E poi veniamo alla questione del sintetico. Non c’era scritto da nessuna parte che l’intervento sarebbe dovuto essere effettuato entro quest’anno. La formulazione prevede effettivamente un obbligo, ma senza una scadenza precisa: “La società si obbliga ad installare, a suo totale onere e cura presso lo Stadio un terreno di gioco in erba sintetica, in sostituzione del terreno in erba naturale esistente. Il Comune autorizza sin d’ora il predetto intervento. Tale autorizzazione è subordinata all’ottenimento del parere favorevole della Soprintendenza e al perfezionamento del conseguente titolo edilizio che la concessionaria dovrà presentare”

“La società – proseguono le carte rispetto allo stato del campo – garantisce l’effettuazione a suoi totali oneri e cura delle opere di manutenzione straordinaria, del campo, ivi compresa la sua sostituzione in caso di deterioramento prima dello scadere della concessione, assumendosi in ogni caso l’onere dello smaltimento del materiale risultante dal predetto deterioramento. Nel caso in cui la presente concessione venisse revocata dal Comune per motivi di pubblico interesse, l’indennizzo spettante alla concessionaria, ai sensi di legge dovrà comprendere il ristorno delle spese sostenute per la realizzazione del campo non ancora ammortizzate al momento della revoca”.

Infine, i dettagli sulla possibile revoca anzitempo delle concessione da parte del Comune: “La concessione stessa potrà essere revocata, con preavviso di mesi 12 (dodici), in qualsiasi tempo ove ragioni di pubblico interesse dovessero richiedere l’adozione di tale provvedimento, o dichiarata decaduta al verificarsi degli inadempimenti previsti ed in particolare in caso di mancata iscrizione ad un campionato di calcio organizzato dalla FIGC. La revoca avrà efficacia dal termine della stagione sportiva e cioè dal 30 giugno successivo, fatto salvo comunque il periodo di preavviso di cui sopra. Laddove la revoca comportasse pregiudizi in danno del concessionario, l’amministrazione provvederà al loro indennizzo”.

Esiste anche la possibiltà che il Comune decida di avviare “in proprio” un intervento di riqualificazione del Sinigaglia.

“Qualora il Comune avviasse un progetto di riqualificazione complessiva dello Stadio, anche a seguito di proposta di Partenariato Pubblico Privato da parte di un soggetto terzo – si legge nella delibera – il Comune potrà revocare in toto o parzialmente la concessione con conseguente risoluzione del contratto. In tale ipotesi il Comune richiederà al soggetto attuatore di garantire alla concessionaria il termine del campionato”.

Questo, dunque, lo schema complessivo dell’accordo per i prossimi 12 anni tra Comune e Como 1907. Ora mancano soltanto le firme.

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10 Commenti

    1. La società ha bisogno di uno stadio, non lo possiede, quindi lo affitta. E come ogni affittuario si fa carico della manutenzione ordinaria.

      Se si sono accordati per quella cifra significa che l’hanno ritenuta adeguata, altrimenti avrebbero valutato altre opzioni.

      Non è che alla società spettasse un regalo.

  1. “Qualora il Comune avviasse un progetto di riqualificazione complessiva dello Stadio, anche a seguito di proposta di Partenariato Pubblico Privato da parte di un soggetto terzo – si legge nella delibera – il Comune potrà revocare in toto o parzialmente la concessione”. Quindi gli 11 big piuttosto che i vari politici chiaccheroni che chiedono una veduta più ampia possono finalmente passare ai fatti. Presentare un progetto, TROVARE I FINANZIATORI, e la strada a loro non sarà preclusa. MERAVIGLIOSO siamo tutti in attesa.

    1. Insomma c’è scritto nero su bianco che non esiste alcun progetto o intervento (a parte il sintetico..) e quindi si tiene la possibilità di poter procedere di suo, se volesse.

      In pratica più o meno quella che era la richiesta dei fantomatici 11: che sia il Comune a dettare linee guida di intervento visto che è il proprietario dell’immobile e di tutta l’area circostante, senza delegare in toto al Calcio Como, vincolandosi per un periodo così lungo senza poter intervenire.

  2. Costa meno la concessione dello stadio che quella del Cube..ci sono locali andati all’asta e aggiudicati (ma non assegnati) come ad esempio l’ex ristorante In Centro- via Cesare Cantù a poco più di € 90.000€ annui nelle medesime condizioni dello stadio.
    Qualcosa non torna nelle stime effettuate.
    Poi chiediamoci perché le aste vanno deserte o il perché degli infiniti ricordi al TAR e al Consiglio di stato

    1. La cifra non mi scandalizza.

      Ci sono strutture ambite perchè producono profitti (tipo bar/pizzerie) e altre che invece hanno costi di manutenzione (o agibilità, messa in sicurezza, etc..) molto elevati.

      Il Comune deve massimizzare la gestione del suo patrimonio a beneficio della collettività, quindi la cifra finale la fanno le offerte che vengono ricevute per ogni singolo immobile.

      1. Scusi, ma secondo lei quindi il Calcio Como non fa bussines ma beneficenza?!
        Peraltro gli immobili del Comune sono tutti nelle stesse condizioni, non a norma con gli impianti e da ristrutturare. L’unico che era in buone condizioni, ma dopo anni di chiusura chi può dirlo, era l’ex Combattenti.
        Quindi torno a dire:” perché valori così contrastanti tra loro?!”

        1. Temo non ci siamo capiti.

          Certo che il Calcio Como fa business e non beneficienza. Dove avrei detto il contrario?
          Ha bisogno di uno stadio quindi si è accordato per affittarne uno a un certo prezzo. Se lo ha accettato significa che trova il prezzo adeguato.

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