Partite Iva e agenti di commercio sono tra le categorie che forse più di tutte stanno patendo i riflessi economici dell’emergenza Coronavirus.
Oggi prende posizione Federagenti, sia a livello nazionale che comasco.
“Il decreto Cura Italia è assolutamente inadeguato alle correnti necessità della nostra categoria. Federagenti si è subito attivata fortemente affinché il Governo modifichi il tiro nei prossimi giorni mettendo sul piatto quanto la nostra categoria si aspetta e merita”. Così in una nota il segretario generale di Federagenti, Luca Gaburro.
“Il decreto prevede un’indennità di 600 euro per il mese di marzo per le partite Iva a condizione che non siano iscritte ad altre forme previdenziali obbligatorie, tagliando fuori di fatto tutti gli agenti di commercio che sono obbligatoriamente iscritti sia all’INPS che all’Enasarco – aggiunge Gaburro – Alla nostra categoria si applicherebbero gli stanziamenti del neoistituito ‘Fondo per il reddito di ultima istanza’ gestito dal Ministero del Lavoro, volto a garantire il riconoscimento di un’indennità ai lavoratori dipendenti e autonomi che a seguito dell’emergenza epidemiologica hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività, nel limite di spesa di 300 milioni di euro per l’anno 2020”.
“I criteri di priorità e le modalità di attribuzione di questa indennità – sottolinea Gaburro – saranno adottate con uno o più decreti del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto col Ministro dell’economia e delle finanze, entro trenta giorni dall’entrata in vigore del Decreto. Così come l’eventuale quota del limite di spesa da destinare, ‘in via eccezionale’, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica, al sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 509/94 e 103/96.
“Dunque – fa notare Gaburro – ci troviamo di fronte a un indennizzo non certo, ma ‘eventuale ed eccezionale’, non determinato nell’importo ma legato a successivi decreti ministeriali che ne fisseranno i criteri di priorità e le modalità di attribuzione. Comprendiamo le difficoltà attuali del Governo ma non possiamo accettare – conclude Gaburro – che circa 230 mila lavoratori, già duramente provati dalle conseguenze di questa epidemia, debbano subire una morte certa della loro attività”.
“Intanto – aggiunge il responsabile di Federagenti Como, Osvaldo Filippini (foto sopra) – l’Enasarco ha istituito uno speciale fondo destinato a sostenere i propri iscritti (tutti gli agenti di commercio e i consulenti finanziari) in questo periodo di grave crisi. Tramite il sito www.federagenti.it, scrivendo a como@federagenti.org o telefonando allo 031 4895537 è possibile rimanere aggiornati sulle auspicate forme di sostegno previste dal Governo e dall’Enasarco e sulle modalità per potervi accedere”.
10 Commenti
siamo al 13 novembre e siamo messi peggio di prima, abbiamo dei rappresentanti incompetenti che sono lontani anni luce dal conoscere la vera situazione di un agente di commercio in Italia non ce’ altro da dire
buongiorno,premetto che ci capisco molto poco ma se posso permettermi non condivo il fatto che a quelli ( come me )che prendono la pensione INPS ( dopo 43 anni e 6 mesi di contributi )non sia dovuto niente.
io sto lavorando ancora ,sto pagando sia l’INPS che l’ ENASARCO e sono fermo come tutti ma non rientro nei beneficiari!! boh!!!!
Aziende chiuse quindi provvigioni non se ne vedono paghiamo due enti pensionistici e veniamo esclusi dal bonus, capisco che sia un decreto fatto in fretta ma qui ne và della nostra stessa esistenza economica, attendo che anche la nostra categoria sia inserita tra i beneficiari del bonus .
Menomale che non lasciavano nessuno indietro
Bo00000 non capisco niente piu’
Tutte le aziende che collaboriamo hanno chiuse come si fa????
Siamo obbligati a versare obbligatoriamente in “due” fondi pensione (visto che Enasarco cederà il premio solo dopo quello dell’inps) parte del nostro guadagno già risicato e in un momento di crisi/necessità non recuperiamo …niente!!
Ma io boh.
Gioele, il suo ragionamento non tiene conto del fatto che gli agenti di commercio versano SIA i contributi INPS (esattamente come i lavoratori autonomi senza una cassa) SIA i contributi Enasarco, che sono quindi un costo AGGIUNTIVO rispetto all’INPS.
La categoria degli agenti di commercio – caso raro, forse unico – è obbligata all’iscrizione a DUE enti previdenziali.
Gli agenti di commercio quindi hanno tutto il diritto di pretendere lo stesso trattamento delle altre categorie che versano i contributi all’INPS, visto che effettuano gli stessi versamenti contributivi a quell’ente!
Il problema che pone l’articolo è sull’interpretazione dell’art.28 del Decreto Cura Italia. L’Enasarco non appartiene al cd “primo pilastro previdenziale” di conseguenza rientra nelle disposizioni inerenti alla previdenza integrativa. Tuttavia, l’Enasarco per gli Agenti di commercio comporta un versamento obbligatorio e di conseguenza molti hanno interpretato che l’obbligatorietà del versamento inserisca l’Enasarco tra i fondi obbligatori e non tra le pensioni integrative. Quindi essendo iscritti a un altro fondo obbligatorio, come quello degli Ordini professionali per intendersi, non darebbe diritto al trattamento previsto per i lavoratori autonomi (che versano solo all’INPS) dal Decreto Cura Italia.
Non sono il Ministro del Welfare ma le assicuro che l’interpretazione è assai evidente. Gli Agenti di Commercio riceveranno al pari degli altri lavoratori autonomi l’indennità prevista dal Decreto Cura Italia per l’ammontare di euro 600 indipendentemente dai contributi versati. L’obbligatorietà del versamento non esclude l’Enasarco dai fondi di previdenza integrativa. La richiesta di chiarimenti delle OOSS degli Agenti di Commercio, mi consenta, è più orientata a contestare l’obbligatorietà del doppio versamento (assai curioso per un fondo previdenziale integrativo) piuttosto che a ottenere l’indennizzo. E’ evidente che la disposizione è stata pensata anche e soprattutto per gli Agenti di Commercio.
Quello che invece voleva sottolineare il mio intervento (devo essere sincero molto poco chiaro…e me ne scuso) è diverso. Volevo sottolineare che trovo giusto che anche categorie professionali escluse dalle forme classiche di sostegno del reddito (CIG ecc) siano state inserite nel Decreto, quello che invece non trovo corretto che categorie professionali che hanno un reddito variabile siano state indennizzate con una quota fissa e non con una proporzionale al reddito dichiarato negli anni pregressi.
La distribuzione dei fondi a sostegno delle categorie dei lavoratori autonomi e in particolare a quelle degli Agenti di commercio è legata alla quota di contribuzione che essi hanno versato agli Enti previdenziali a cui sono iscritti.
L’obiettivo evidentemente è fornire un indennizzo proporzionale alla media dei contributi che questi lavoratori autonomi hanno versato negli anni scorsi. La quota di 300milioni è stata stanziata per il 2020 proprio in funzione di quanto queste categorie hanno versato agli Enti previdenziali nel 2019.
Si eviterebbero tra l’altro le storture derivanti da attività a sostegno del reddito di attività non a reddito fisso.
Francamente non mi sembra una soluzione iniqua quella prospettata dal Governo o, meglio, in tempo di emergenza è la più praticabile. Chi più ha guadagnato e chi più ha contribuito,avrà un sostegno proporzionale durante la temporanea perdita di attività.
Grazie
Posso dire solo grazie a tutti Voi che sicuramente farete di tutto x darci una mano in questo momento molto particolare, x non dire drammatico sotto tutti i punti di vista.