Il turismo sul Lago di Como e la crisi legata al Coronavirus sono due tematiche ormai indissolubilmente legate e che portano a interrogarsi sul futuro del settore per i paesi che si affacciano sul lago.
La riflessione, in particolare, riguarda tutti gli alberghi, bar e ristoranti che dovranno ripartire nei prossimi mesi.
Ne abbiamo parlato a ComoZero VideoTalk insieme a Francesco Cavadini, titolare del Crotto dei Platani di Brienno ma anche sindaco del paese e consigliere provinciale di Como con delega al Turismo.
“L’impatto del lockdown sulla nostra attività è stato abbastanza violento – spiega Cavadini – fortunatamente, nessuno dei grandi eventi che avevamo in programma al Crotto dei Platani è stato cancellato perché ci è stato chiesto di poterlo posticipare al 2021. Questa è una dimostrazione di fiducia per noi, soprattutto dai clienti che arrivano dall’estero che quindi ci tengono davvero a recarsi sul Lago di Como”.
Il turismo che caratterizza il Lago di Como, secondo il titolare del Crotto dei Platani, si è anche modificato negli anni. Proprio la nuova tipologia di “turismo residenziale” potrebbe favorire la ripartenza delle attività di ristorazione del territorio.
“Negli anni, il Lago di Como ha avuto una grande forza ma anche una grande fortuna – continua Cavadini – molte seconde case sono ora di proprietà di gente che le vive. Arrivano da Germania, Svizzera, Olanda, Danimarca e in qualche ora raggiungono il lago in automobile. D’inverno noi lavoravamo tanto anche proprio per la presenza degli stranieri nelle case vacanza, è una sorta di turismo residenziale. Loro saranno la prima risposta che avremo, sarà importante per chi ha un’attività come la mia perché avremo una ripartenza più facile. Poi arriverà il resto del turismo”.
Per quanto riguarda la questione sicurezza all’interno delle attività, pensando alle varie ipotesi come la misurazione della temperatura all’ingresso o apposite strutture per dividere i commensali, Cavadini sottolinea: “Dovremo affrontare anche questo problema. Pensiamo alla sicurezza delle persone in primis, è giusto che ci siano prescrizioni e interventi da parte dell’azienda per salvaguardare lavoratori e clienti. Però, dobbiamo trovare una formula che dia sicurezza ma non intacchi la gioia di vivere e l’atmosfera, la piacevolezza di un’esperienza nel ristorante a bordo lago”.
“Se ci mettiamo a misurare la temperatura ai clienti, fare compilare moduli, prendere dati, stare in due parti separate del tavolo e mettere il plexiglass intorno…la poesia si perde – afferma Cavadini – non sono d’accordo sul dare dei turni, perché bisogna lasciare la massima libertà di stare al ristorante quanto si vuole. Il pericolo c’è ed è invisibile, ma non bisogna lasciarsi prendere dalle paure. Credo e spero che il peggio sia passato ma sono d’accordo su riaperture graduali e che i ristoranti aprano anche più tardi, al 18 maggio”.
Così come auspicato da molti operatori turistici del lago, anche Francesco Cavadini propone un prolungamento della stagione fino all’autunno e inverno.
“Credo che la stagione 2020 sul lago sia persa al 50% – conclude il titolare del Crotto dei Platani – i grandi alberghi sono quelli che soffriranno di più, anche perché non sappiamo quando potranno arrivare i turisti dall’America o dall’Asia. Speriamo di prolungare la stagione fino all’autunno, con un turismo fino a Natale. Sarebbe bello poter stare aperti tutto l’anno, bisogna mettere tutte le forze su novembre per portare avanti il turismo sul lago”.
Un commento
50%? Fai pure il 90%