E’ del sindaco di Erba, Veronica Airoldi, la prima lettera ufficiale spedita dal Comasco al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, per chiedere la chiusura immediata di tutte le attività non strategiche.
“In riferimento a quanto in oggetto ed alla drammatica situazione sanitaria in cui si trova la Lombardia, con la presente in qualità di Sindaco del Comune di Erba – ha scritto Airoldi – chiedo che ai fini del contenimento e rallentamento del contagio da COVID-19, si proceda alla chiusura immediata di tutte le attività non strategiche comunque denominate (economiche, non economiche, pubbliche o private) ed alla limitazione di tutte le attività umane non strettamente necessarie. A disposizione per qualsiasi chiarimento, si porgono cordiali saluti”.
Un’iniziativa forte, sulla scia peraltro di quanto già fatto in massa da 243 sindaci della Bergamasca. Ora resta da vedere soprattutto a Roma quali saranno le decisioni delle prossime ore mentre Regione Lombardia ha appena varato una nuova ordinanza che manitene aperte solo le edicole, le farmacie, le parafarmacie e i supermercati.
Decretata anche la chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza. “Gli ospiti già presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all’entrata in vigore dell’ordinanza”.
Deciso anche lo stop alle attività nei cantieri edili e il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente.
In caso di assembramenti multe fino a 5mila euro.