Confcommercio Como lancia l’allarma sui cosiddetti contratti pirata, tema già sollevato anche a livello nazionale.
“I contratti pirata, tema caldo sollevato da Confcommercio con il presidente Carlo Sangalli – dichiara Alberto Petranzan, presidente di AGENTI FNAARC, la Federazione nazionale degli agenti e rappresentanti di commercio aderente a Confcommercio – hanno una loro analogia anche nel mondo della rappresentanza commerciale dove trovano applicazione gli Accordi Economici Collettivi, sottoscritti da Agenti FNAARC con le principali organizzazioni delle imprese del commercio e dell’industria, che disciplinano il rapporto tra agente e mandante. Vediamo, infatti, sempre più spesso aziende che usano impropriamente le figure del procacciatore d’affari o del consulente al posto dell’agente di commercio, anche se non ne hanno i requisiti. Una scorciatoia che crea, di fatto, una confusione nel rapporto di lavoro tra mandante e agente e soprattutto vanifica le intese sindacali raggiunte tramite gli Accordi Economici Collettivi per entrambi i soggetti”.
In Italia operano 210.000 agenti di commercio a fronte di circa 40.000 procacciatori d’affari attivi.
Secondo Agenti FNAARC la distinzione tra le due figure, ribadita di recente anche dalla Cassazione (ordinanza n. 27571/2025), non è una sfumatura, ma un elemento sostanziale: l’agente di commercio svolge un’attività stabile e continuativa di promozione, nell’ambito di un rapporto professionale autonomo e non occasionale. L’agente è tenuto all’iscrizione Enasarco, che assicura una copertura previdenziale integrativa e forme di assistenza sanitaria durante l’attività lavorativa e oltre.
Il procacciatore, invece, è una figura che si caratterizza per la mancanza di stabilità e di specifica professionalità, senza nessuna garanzia di tipo civilistico. Si limita a segnalare affari o raccogliere proposte per conto della mandante, senza poteri di rappresentanza né obblighi di promozione continuativa, operando perciò in modo episodico e non coordinato con l’azienda.
“Anche nella provincia di Como il fenomeno è diffuso – commenta Santino Ceccato, presidente di Agenti Fnaarc Como – e l’utilizzo improprio del contratto da procacciatore, per mascherare un vero rapporto di agenzia, non è solo scorretto, ma anche rischioso: può comportare accertamenti da parte di Enasarco e da parte del fisco, con la possibile perdita di deduzioni o agevolazioni previste per gli agenti di commercio regolarmente inquadrati e di sanzioni per la mandante”.
Agenti FNAARC richiama perciò l’attenzione sulla necessità di una corretta distinzione delle due figure affinché il mercato resti competitivo, leale e gli operatori siano inquadrati e tutelati per l’effettivo lavoro che svolgono.
“Il perimetro normativo creato dagli Accordi Economici Collettivi, promossi e sottoscritti dalle associazioni di categoria di agenti di commercio e aziende mandanti, resta la garanzia di equità, trasparenza e correttezza – conclude Graziano Monetti, direttore di Confcommercio Como – soltanto all’interno di esso agenti e preponenti trovano la stabilità e la continuità nel rapporto di collaborazione, con la certezza del rispetto delle disposizioni di legge”.