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Covid – Ca’ D’industria, Beccalli: “25 decessi alle Camelie ma senza diagnosi. Tamponi da domani”. ‘Immuni’ via Brambilla e Rebbio

La questione delle Rsa, nel pieno dell’epidemia, da diversi giorni segna il tempo dell’attenzione, delle denunce e delle cronache.

Ne abbiamo parlato in diverse occasioni, due approfondimenti su tutti:

Il caso Dizzasco: 30 tamponi al personale in casa di riposo, una ventina i positivi Covid-19 

Como, esplode il caso dei contagi in case di riposo e Rsa. Erba: “Almeno 145 noti, rischio disastro” 

Inoltre, un passaggio della durissima lettera inviata ieri dai medici lombardi all’assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha posto drammaticamente l’accento sull’emergenza delle strutture dedicate agli anziani. Si leggeva al terzo punto della denuncia:

 La gestione confusa della realtà delle Rsa e dei centri diurni per anziani, che ha prodotto diffusione del contagio e un triste bilancio in termini di vite umane (nella sola provincia di Bergamo 600 morti su 6000 ospiti in un mese). (Qui il documento integrale)

Per quanto riguarda Como città, diventa doveroso focalizzare l’attenzione su Fondazione Ca’ D’Industria che, come noto, conta quattro strutture dedicate in forme diverse agli anziani: Via Brambilla, via Varesina a Rebbio, Le Camelie di via Bignanico e la casa albergo Villa Celesia.

Via Brambilla

Nonostante la fase epidemica acuta stia investendo ampi settori, sia via Brambilla che via Varesina “sono in ottime condizioni e, a oggi, non hanno registrato alcun caso”, spiega il presidente di Fondazione, Gianmarco Beccalli.

Rebbio

La situazione è diversa alle Camelie dove “da inizio marzo abbiamo registrato 25 decessi che però non sono stati sottoposti a tampone”.

Sospetto Coronavirus? “Naturalmente il sospetto che potesse c’entrare il Covid è stato reale ma il mese scorso era molto difficile effettuare i test, inoltre parliamo di persone che presentavano quadri clinici compromessi già da prima dell’emergenza”.

Le Camelie

Solo in un caso è stata accertata l’infezione. “Si è trattato di un ospite ammalatosi ai primi di marzo, quando ancora ospedali e strutture sanitarie non erano completamente sotto pressione. In quel caso è stato effettuato il tampone, positivo. Purtroppo non ce l’ha fatta”.

Gianmarco Beccalli

Sul perché, data la fragilità del contesto, non siano stati effettuati tamponi dopo il decesso, quantomeno per sicurezza generale, Beccali spiega: “Perché, come noto, fino a qualche giorno fa era difficile per tutti, io li avrei effettuati ma è stato impossibile. Adesso finalmente, con le nuove indicazioni, si sono aperti i canali e, grazie a un accordo con il Fatebenefratelli di Erba, da domani avremo a disposizione i kit per effettuare i test a tutti gli ospiti che presentano sintomi sospetti. Ne potremo effettuare una trentina al giorno, ci sono i limiti quotidiani dei laboratori analisi. Partiremo proprio dalle Camelie per inquadrare la situazione. Ovviamente, in tutte le strutture, i pazienti febbricitanti o con sintomi sono ospitati in aree protette”.

Diverso il caso di Villa Celesia dove sono stati registrati 3 decessi certamente causati dal Covid. “In quel caso è stato diverso – precisa Beccalli – non è una residenza sanitaria e gli ospiti sono a tutti gli effetti considerati privati in casa propria, così abbiamo potuto portarli in ospedale e il tampone ha dato il proprio esito”.

Villa Celesia

“Ora vogliamo capire la situazione delle Camelie – precisa il presidente – visto che i protocolli sono identici per ogni struttura, abbiamo sempre misurato la febbre a tutti i parenti in visita (prima di provvedimenti che hanno limitato ulteriormente gli spostamenti di tutti, Ndr), il personale è straordinario e rispetta alla lettera ogni misura di sicurezza e da oltre un mese garantisce in condizioni difficilissime la continuità assistenziale. Quindi bisogna approfondire, i test saranno i primi indicatori”.

Nessun problema, infine, con i Dispositivi di Protezione Individuale. “Fortunatamente avevamo chiuso l’appalto per una fornitura poco prima dell’epidemia”.

 

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3 Commenti

  1. Checchè ne dica il presidente di Cà d’Industria, mia nonna è stata ricoverata al Valduce da Villa Celesia il giorno 27 marzo ed il 28 marzo è risultata positiva al tampone ed ho subito informato la struttura. E’ poi deceduta il 31 marzo.
    Cordiali Saluti
    Laura Saldarini

  2. Buonasera, il 28/3 come parente sono stato gentilmente informato, telefonicamente,della presenza di 2 contagi alla residenza Villa Celesia ed ora apprendo che ad oggi ci sono stati 3 decessi. Peccato che le comunicazioni non vengano riportate sul sito della RSA. Tenere aggiornato il sito delle strutture aiuterebbe i parenti in questo difficile periodo. Grazie
    Cordiali Saluti
    Maurizio Bossi

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