Gli effetti drammatici della pandemia non smettono di propagarsi a qualsiasi ambito. E a Como, da ieri e fino al prossimo 28 febbraio 2021, per l’aumento dei decessi in tutta la Lombardia certamente legato anche alla persistenza del Covid 19, il Comune è dovuto arrivare a stabilire una priorità per i residenti in città nel servizio comunale di cremazione.
Una scelta che origina dal “significativo e progressivo incremento delle richieste di cremazione” nell’impianto al Cimitero Monumentale, con la conseguenze che “si stanno progressivamente dilatando i tempi di attesa per la cremazione, rapidamente cresciuti in questi giorni a circa due settimane”.
Gli sforzi possibili per garantire il servizio sono stati fatti, tanto che il numero di cremazioni recentemente è stato aumentato fino a 9 al giorno. Ma comunque non basta, anche a fronte di un dato preciso: mediamente circa il 70% delle cremazioni effettuate è riferito a defunti non residenti in Como e in buona parte provenienti dal territorio provinciale.
Dunque ecco che Palazzo Cernezzi ha ritenuto “necessario poter prioritariamente garantire la cremazione dei defunti residenti in vita nel Comune di Como, anche per la necessità di limitare, per motivi igienico-sanitari, il più possibile la loro permanenza, quando necessario, presso la camera mortuaria del cimitero o presso i locali del forno crematorio”.
Il Comune quindi garantirà “in via prioritaria fino alla misura di 3 cremazioni giornaliere, sulla generalità delle richieste, la cremazione dei defunti.
Questi i criteri:
– residenti in vita nel Comune di Como o che, al momento del decesso, non abbiano perso la residenza da più di cinque anni,
– che siano stati cancellati dall’anagrafe della popolazione residente in quanto ricoverati in strutture sanitarie di cura che impongono tale adempimento ai loro assistiti,
– che indipendentemente dalla residenza e dal luogo del decesso, risultino essere aventi titolo per la sepoltura in tomba di famiglia.
“E’ stata una scelta necessaria – spiega l’assessore ai Servizi cimiteriali del Comune, Francesco Pettignano – Il forno sta già lavorando al massimo regime, ma in questa situazione si stava allungando il tempo di attesa sia per l’alto tasso di mortalità, sia perché tante richieste del servizio arrivano da fuori città. In questo modo, pensiemo di poter dare una risposta giusta a chi risiede in Como, naturalmente senza voler penalizzare nessuno”.