La meraviglia delle valli del territorio montano Lario-Intelvese e di quelle del Mendrisiotto – separate da pochi chilometri e da un confine – sono oggetto di un progetto che mette insieme Como e Lugano.
Si tratta dell’interegg MoSVIm che ha come obiettivo quello di avvicinare i territori, renderli più comodi da raggiungere. Tra le azioni previste figurano: un piano di studio della mobilità sostenibile transfrontaliera; un servizio sperimentale di trasporto pubblico a chiamata, pensato per raggiungere anche i borghi più remoti; la riqualificazione del ponte ciclo-pedonale tra Erbonne (il borgo comasco di 7 abitanti) e Scudellate, simbolo della connessione tra i due Paesi. Inoltre, è previsto un regolamento condiviso per la fruizione dei sentieri da parte di pedoni e ciclisti; e infine proposte turistiche volte a valorizzare le aree interne e attrarre nuove persone residenti, oltre che visitatori.
Il territorio interessato è l’area tra i due Laghi di Como e di Lugano. È un’area omogenea per cultura, tradizioni, economia ed esigenze, prima fra tutte la garanzia dei diritti di cittadinanza, che includono l’accesso ai servizi pubblici essenziali.
Condizione perché questo avvenga è disporre di un adeguato servizio di mobilità interno. Il trasporto di linea effettua percorsi che riescono a soddisfare le esigenze di mobilità di poche categorie di soggetti e determinano un largo utilizzo del mezzo privato con conseguenze di forte impatto sia in termini di inquinamento atmosferico, sia in termini sociali, portando a quel limite insostenibile per cui se non si hanno mezzi di trasporto individuali in montagna non si può vivere.
Nel tempo, poi, la mancata visione di ruolo centrale che deve avere il sistema del trasporto pubblico locale, ha generato la perdita di gran parte dell’offerta (corse eliminate o ridotte solo agli orari di pendolarismo) a seguito della crisi economica e dello spopolamento dei territori.
A fronte di una dinamica lavorativa con un importante flusso di transfrontalieri, ma che permette anche di lavorare in remoto, è necessario vedere gli investimenti in nuove infrastrutture e servizi per la mobilità sostenibile come una spinta per attivare nuovi processi economici virtuosi.
Il progetto rimette al centro del servizio i soggetti che fanno più fatica a spostarsi, quindi i giovani e le persone anziane, gli stranieri, le donne che rischiano di rimanere completamente isolati dai servizi basilari, dalla dimensione partecipativa di territorio e dalle relazioni umane che creano una vera qualità di vita.
Uno degli aspetti chiave del piano sarà la visione d’insieme, che deve includere sia la mobilità classica su gomma che il sistema dei tracciati della viabilità pedonale/escursionistica, mutuando proposte e soluzioni tra i due stati.
Il progetto sfiora i 1’200’000 euro di investimento. Di questi, il contributo ticinese ammonta a circa 190’000 euro e il resto arriva dalla Regione Lombardia. Vi sono coinvolti i partner istituzionali di entrambi i Paesi: per l’Italia, capofila è la Regione, ci sono poi la Comunità Montana Lario Intelvese e il Comune di Centro Valle Intelvi; per la Svizzera, l’Associazione dei Comuni del Generoso.